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In quarant’anni si estingueranno metà delle specie di vertebrati

Di recente nel Living Planet Report, pubblicato dal WWF, è stato stimato che entro quaranta anni circa metà delle popolazioni di vertebrati si estinguerà. Questi fatti sono allarmanti non solo da un punto di vista etico e morale, perché migliaia di specie animali smetteranno di esistere solo perché ci faceva troppa fatica tutelare il nostro ambiente, ma anche dal punto di vista economico, dato che è stato dimostrato da molte, e possiamo anche dire tutte le ricerche scientifiche sull’argomento che la natura offre servizi che possono essere valutati intorno ai 125.000 miliardi di dollari, una cifra molto superiore al prodotto globale lordo dei paesi di tutto il mondo, pari a circa 80.000 miliardi di dollari.
Una delle cause maggiori dell’estinzione di oltre 8.500 specie sono lo sfruttamento e la modifica degli ambienti naturali. Sono in aumento le specie che l’uomo ha costretto a spostarsi dal loro habitat naturale in tante aree del pianeta dove prima non esistevano, e che ora fanno concorrenza con le specie autoctone. Circa il 20% della superficie della foresta Amazzonica è scomparsa in soli 50 anni, mentre gli ambienti marini negli ultimi 30 anni hanno perso circa un terzo dei coralli. L’impronta ecologica dell’uomo negli ultimi 50 anni è stata così vasta che il consumo delle risorse naturali è cresciuto del 190%.
Secondo l’associazione ambientalista per ripristinare i sistemi naturali e ristabilire un rapporto positivo fra l’umanità e la natura per la tutela della biodiversità bisogna che le politiche ambientali sviluppino un sistema rilevante capace di registrare i progressi della riduzione della perdita della biodiversità e gli stati del mondo accordino una serie di azioni concrete che raggiungano collettivamente gli obbiettivi nei tempi dati.
Nicole M. Lucibello / Liceo Classico Galileo