Due e un giorno – Racconto

Avevo appena finito i compiti, potevo finalmente rilassarmi quando i miei genitori mi dissero che non potevo guardare la televisione. Che noia! Dovevo o dormire o leggere, non avevo voglia di fare nessuna delle due cose. Tutti i mercoledì erano noiosi. Non mi sono presentato, mi chiamo Tommaso, vengo da Firenze e abito in via dei Bastioni. Tutti i giorni devo fare tutti i compiti e, se li ho già fatti, devo avvantaggiarmi!
Andai in camera mia, provai a addormentarmi ma era troppo difficile, mia madre mi disse che andava a fare la spesa e mi chiese se rimanevo da solo, le risposi di sì. Verso le cinque la mamma tornò e mi chiese se avessi visto la tv, io le risposi di no e lei andò a controllare in una telecamera situata tra la cucina e il salone e vide che io non avevo guardato la televisione veramente.
“Puoi guardare la televisione, ora” disse sgarbatamente la mamma.
Guardai la televisione e poi, senza mangiare, andai a letto. Il giorno dopo mi svegliai, ed era mercoledì. Ma come mercoledì? Se era ieri mercoledì… Andai di nuovo a scuola, dove si fecero le stesse cose, esattamente le stesse interrogazioni e le stesse spiegazioni. Lo sapevo di già e non avevo ulteriori ripassi da fare, ma la cosa negativa è che oggi sarei dovuto andare a tennis ma non potevo… non era giovedì, ma un’altra volta mercoledì…
Basta! Non ce la faccio più a rivivere questo giorno! Però ad un tratto capii che forse stavo vivendo il giorno della mia morte, e se non facevo qualcosa di diverso, avrei dovuto continuare così per l’eternità. Finita la scuola, tornai a casa e mangiai il mio pranzo (lo stesso, ovviamente). Mia mamma mi disse che andava a fare la spesa e mi chiese se potevo restare a casa da solo: io le dissi di no, stavolta, e allora andammo a fare la spesa insieme. Sarebbe bastato a far tornare il tempo a scorrere come prima? L’avrei scoperto il giorno dopo. Tutto ciò che sapevo è che era stato veramente uno strano mercoledì…
Tommaso Faraguti – Racconto

Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze