Vaccini: tra scienza, democrazia e fake news

I vaccini sono i farmaci più efficaci e sicuri attualmente in commercio e insieme alla potabilità delle acque e agli antibiotici risulta essere una delle scoperte mediche che nella storia dell’umanità ha salvato più vite.

Come si legge nell’introduzione di Andrea Grignolio al libro “Storie sui vaccini” dell’Istituto Pasteur, nel XX secolo, nel mondo occidentale, i vaccini hanno permesso di evitare la morte di 500 milioni di persone e in futuro quella di 25 milioni. I vaccini, inoltre, causano una reazione avversa grave in meno di un caso su 1 milione di dosi somministrate.

Per comprendere la sicurezza di tali farmaci è opportuno comparare i dati dei loro eventi avversi con quelli dei farmaci più comuni: le aspirine hanno reazioni avverse 1500 volte più frequenti.

I no-vax

Questi dati, però, non riescono a placare i dubbi e i timori di una parte di società che, per paure irrazionali, rifiuta le vaccinazioni.

Con l’avvento della tecnologia, della dinamicità delle interazioni e delle comunicazioni, molte bufale circa la dannosità dei vaccini si sono diffuse da una parte all’altra mondo, aumentando la disinformazione tra i cittadini.

Tra le tesi dei no vai ci sono diverse argomentazioni: i vaccini provocano l’autismo, contengono sostanze pericolose, provocano un sovraccarico immunologico o che morbillo, influenza e varicella non sono pericolosi.

Ma i vaccini causano l’autismo?

Una delle prime fake news circa i vaccini è stata pubblicata sulla rivista scientifica The lancet dal chirurgo e gastroenterologo britannico Andrew Wakefield. L’ex medico, infatti, affermò che un piccolo campione di 12 bambini aveva sviluppato l’autismo dieci giorni dopo la vaccinazione trivalente contro morbillo-parotite-rosalia.

Sebbene l’associazione di questi due eventi non fu confermata da altri studi scientifici negli anni successivi, la comunità scientifica, considerando autentico il lavoro dell’ex medico, mise in dubbio sui media la sicurezza dei vaccini.

A scoprire che si trattasse una notizia falsa e di una frode non fu un ricercatore ma un giornalista, Brian Deer del Sunday Times, che dopo 7 anni di indagini documentali, ricerche e interviste scoprì tre fatti fondamentali.

Wakefield aveva brevettato un vaccino alternativo monodose così per non avere conflitto di interessi con il trivalente esistente lo aveva accusato di provocare l’autismo.

Il giornalista scoprì che i bambini erano stati reclutati tra le “famiglie anti vaccinali” che stavano muovendo una class action contro una casa farmaceutica. Alcuni bambini, inoltre, avevano mostrato caratteristiche autistiche prima del vaccino, altri non lo erano nemmeno.

Dalle ricerche è emerso anche che la class action era aiutata da uno studio legale che aveva stranamente versato alla società intestata alla moglie di Wakefield 453.643 sterline!

Solo nel 2010 l’Ordine dei medici britannici ha deciso di radiare Wakefield, il quale trasferitosi negli Stati Uniti, continua a professare le sue teorie.

 

Di Paolo Ferrara