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Reporter per un giorno Professionisti Asl 3 : l’Assistente Sanitario spiegato da Roberto Rosselli

 

di Alessia Gerini e  Giulia Zambrano

Il 12 novembre, presso il Salone dell’Orientamento allestito ai Magazzini del Cotone, Roberto Rosselli, Responsabile Area Professionisti della Prevenzione Asl3, ha presentato  agli studenti presenti la professione dell’Assistente Sanitario, che proprio quest’anno compie un secolo di vita e che costituisce solo una delle ventidue professioni sanitarie.

Questa professione, come ha spiegato Rosselli, nasce infatti nel 1919, in seguito alla fine della prima guerra mondiale in conseguenza alla criticità delle condizioni di salute della popolazione. Di fatto, poiché la sanità era incentrata sull’ospedale, presente solo nelle grandi città, e sul ruolo del medico condotto, lo Stato italiano volle istituire una figura professionale che si occupasse di fornire informazioni agli abitanti di piccoli centri abitati sull’igiene, sulla promozione della salute e la tutela delle madri, sia durante il pre parto, che durante il post parto, prendendo così esempio da una professione già esistente nei Paesi anglosassoni chiamata Health Visitor.

Questa professione, secondo Roberto Rosselli è ancora attuale anche dopo un secolo, ma si è comunque ovviamente evoluta in base al mutamento dei bisogni. La transizione epidemiologica, che  è stata mostrata agli studenti attraverso un grafico, descrive appunto come le malattie si siano evolute nel corso degli anni. Fino a metà del ‘900, la maggior parte dei problemi sanitari erano legati alle malattie infettive: tra le più diffuse vi erano la malaria, la tubercolosi e l’influenza, ma anche la malnutrizione e la carenza di igiene rappresentavano due importanti cause di morte.

Rosselli, in seguito, confrontando questi dati con quelli più recenti, ha mostrato che oggi le principali cause di morte sono le malattie cardio vascolari e i tumori, i quali sono tutt’ora in grande crescita.

L’Assistente Sanitario è una delle poche professioni che si occupa delle persone in tutte le fasi della vita, partendo ancora prima della nascita, fino alla morte. Questo mestiere richiede principalmente tre abilità: saper ascoltare, saper analizzare e saper comunicare. Queste qualità sono fondamentali per la cura del paziente.
La figura dell’Assistente Sanitario, è ormai diventata una professione moderna, che si può anche chiamare “4.0”. Roberto Rosselli ha infatti spiegato, come la tecnologia rappresenti la base della quarta rivoluzione industriale, e sostiene inoltre che l’estrema modernità, derivante dagli strumenti digitali, avrà un’importante ricaduta sulla sanità del futuro, oltre che su quella attuale.

Il sistema sanitario italiano, spesso molto criticato, insieme a quello francese e inglese, è uno dei tre più universalistici al mondo. Rosselli ha ribadito che il nostro sistema è quello socialmente più evoluto e che cerca di limitare al massimo le disuguaglianze, a differenza di altri.
La grande sfida per la sanità è oggi la qualità di vita. La speranza di vita, salita a circa 80 anni, ha aumentato la presenza  di soggetti fragili. Si sta inoltre verificando un aumento della disuguaglianza di condizioni che si riflette sulle aspettative di vita. “E’ stato provato – ha affermato Rosselli – che una persona con uno stile di vita elevato ha accesso a cure migliori, ha meno problemi di salute e una speranza di vita molto più lunga rispetto a chi non beneficia delle stesse condizioni.”

Un’ulteriore seria preoccupazione è rappresentata dai cambiamenti climatici, a causa dei quali sono aumentati i vettori portatori di malattie, provenienti dall’Africa, dall’Asia e dal Sud America. Grazie alla tecnologia sono però, già in sviluppo centinaia di vaccini, tra i quali 101 contro i tumori e 4 contro l’Alzheimer. Stiamo andando dunque, verso una vaccinazione personalizzata, tarata quindi sul peso, il sesso e l’età di ogni singolo individuo.

Infine Rosselli, terminando la presentazione ha mostrato diversi “medical wearable”, ovvero dei nuovi dispositivi elettronici indossabili, che monitorano e percepiscono la condizione del corpo, offrendo anche supporto in caso di incidenti, come una particolare cintura munita di air bag.