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Reporter per un giorno: un laboratorio per percepire la sofferenza della disabilità

di Arianna Brandi

Perché un  laboratorio esperienziale sulle diverse disabilità motorie e sensoriali? Abbiamo cercato di capirlo intervistando i due esperti presenti allo stand di Asl3, Sonia Pelloni e Fulvio Ghio:

Cosa vuole fare capire questo laboratorio ai giovani?
Un laboratorio sulle disabilità motorie e sensoriali serve a sensibilizzare gli studenti sulle problematiche quotidiane di chi ne è afflitto. Si vuole dare una percezione della disabilità, si vuole insegnare ai ragazzi ad accettare e a sostenere tutti coloro che convivono ogni giorno con questo problema.”

Come mai avete scelto di fare questo lavoro?
S: Io in realtà sono fisioterapista, ho preso la laurea triennale come educatrice, dopo di che ho fatto un concorso, sono riuscita a vincerlo e così ho iniziato questo lavoro.
F: Per caso, avevo una passione per i bambini, ho provato tanti settori e alla fine sono entrato in questo mondo.

Come definireste questo lavoro?
S-F: E’ un lavoro creativo, bisogna sempre creare percorsi nuovi per stimolare la voglia di fare. Ogni giorno la passione per questo lavoro continua a crescere , soprattutto aiutando le persone a compiere azioni che per noi sono quotidiane.

In particolare, con quale disabilità lavorate?

S: Io con gli adulti affetti da disabilità motorie.
F: Io mi occupo degli adulti con disabilità sensoriali e intelletive, voglio farli socializzare con le altre persone e riuscire a trovare loro un lavoro.

Finita l’intervista con gli esperti un gruppo di ragazzi attira la nostra attenzione, ci avviciniamo a loro e poniamo la fatidica domanda:” Scusate possiamo farvi delle domande?” Ci guardano un po’straniti, ma ci danno il consenso.

Ciao, come ti chiami?
Marco
Che scuola frequenti?”
Il Vittorio Emanuele
Che cosa hai provato sperimentando questi laboratori?
Mi sono immedesimanto nelle sensazione che provano le persone con disabilità, tristezza, impotenza. Ho provato a leggere come un dislessico, ho capito cosa prova e ora scherzerò meno su questo problema.

 Ciao, come ti chiami?
Aurora
Che scuola frequenti?
Anche io il Vittorio Emanuele (ride)
Dopo aver fatto tutti i laboratori, che cosa hai imparato?                                                                                                                                                                                           Sono riuscita a capire meglio le mie sensazioni, mi ritengo fortunata, secondo me una esperienza del genere dovrebbero provarla tutti, ti apre la mente.

Andiamo a intervistare Milena Bozzo, un’educatrice della Asl che si occupa dell’inserimento lavorativo di persone con difficoltà motorie.
Salve, possiamo farle qualche domanda?
Ovviamente, forza, venite qui.
Grazie. Come mai ha scelto di fare questo lavoro?
Alle superiori ho frequentato il liceo artistico, ho preso la laurea triennale, ho lavorato con i burattini, dopo di che sono finita a lavorare con ragazzi disabili gravi in un centro diurno; dopo la scuola i ragazzi dovevano avere uno sbocco lavorativo, perciò quello che facevo e faccio tutt’ora è aiutarli ad ottenere un inserimento lavorativo.

Da quanto tempo lavora in questo campo? Le piace il suo lavoro?
Lavoro in questo campo da quarantatre anni, a febbraio vado in pensione. E’ un lavoro bellissimo, non è per niente noioso, devi mettere in gioco la tua creatività ogni giorno.
Quali sono i consigli che darebbe ai giovani che vogliono fare questo lavoro?
Mm… Devi stare molto attento a non volere salvare tutte le situazioni, ci sono casi impossibili, e se non riesci nel tuo intento di passerà la voglia di lavorare, cosa che non deve succedere.
Devi mantenre le giuste distanze, non si diventa amici, bisogna attenersi a un rapporto professionale, se sei troppo coinvolto le emozioni prendono il sopravvento.
Bisogna lavorare in gruppo, riconoscere i propri errori e non entusiasmarsi troppo.

Alla fine salutiamo Milena e andiamo a provare tutti i laboratori offerti dalla Asl.