Viaggio-storico nella Comiso del passato…

  

Viaggio-storico nella Comiso del passato…

La signoria dei Naselli,da Periconio ad Antonio Burgio Brancaccio Naselli tra cultura, tradizione e religiosità.

 

“HISTORIA MAGISTRA VITAE” recita un detto latino ed è proprio così. Solo una conoscenza del passato può aiutare a capire il senso di ciò che ci circonda.

La maggior parte di ciò che vediamo oggi è riconducibile a qualcosa che è accaduto dieci, cento o mille anni fa. Studiare la storia e il passato della nostra terra, dei nostri luoghi ci aiuta a capire chi siamo, e capire il contesto nel quale ci si è formati vuol dire capire anche se stessi.Ebbene, questo contesto è frutto di un percorso storico, di avvenimenti che si sono susseguiti e di conseguenze che si sono intrecciate tra di loro.

La storia, quindi, diventa maestra di vita! La nostra Comiso è ricca di storia, ma purtroppo si sconosce. Bisogna allora cogliere le opportunità per intraprendere un viaggio storico alla scoperta del passato e, in particolare, alla scoperta della signoria dei Naselli nella nostra città.

Secondo gli storiografi, la famiglia Naselli, soprannominati Nasitto, ha origini reali,discendenti dai sovrani longobardi e, precisamente, da Palatino, figlio di Liutprando, re dei longobardi, nato intorno al 738. Un ramo di questa famiglia passò in Sicilia nel sec. XIII e si stabilì a Piazza Armerina e successivamente, intorno alla fine del 1200,anche nella nostra amata Comiso. Per la storia della nostra città, i più importanti fra i Naselli furono Baldassarre III (il conte buono,interessato ai poveri e che lotta contro le mafie locali) e Baldassarre V ( a cui si deve la nascita della cartiera). Ma partiamo dal principio e ripercorriamo la ricca genealogia dei Naselli.

Capostipite del ramo siciliano fu Periconio Naselli che si trasferì in Sicilia nel 1298.

Da Periconio I discende Riccardo e da Riccardo viene Periconio II Naselli, che nel 1453 comprò per la somma di 1320 onze la terra di Comiso da Giovanni Bernardo Cabrera, conte di Modica. Periconio II nel 1455, per concessione del re Alfonso il Magnanimo, ebbe il titolo di barone di Comiso ed è in questo periodo che la città si arricchisce e vive un periodo di splendore: il castello viene restaurato e ampliato, arrivano a Comiso i frati minori conventuali nella chiesa di S. Antonio (in seguito chiesa di S. Francesco) e, contemporaneamente, fu aperto il convento adiacente alla chiesa.

Dopo la morte di Periconio II nel 1479, ebbe l’investitura della baronia di Comiso il nipote, Pietro Naselli, detto Periconetto, che fondò la cappella dell’Immacolata.  Sotto Periconetto fu costruita la Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria delle Stelle; nel quartiere del castello fu condotto un canale dell’acqua della fontana, vicino al quale fu costruito un abbeveratoio, la cui acqua serviva per irrigare campi e giardini del conte; dispose,inoltre, nel suo testamento che nella chiesa di S. Antonio fosse costruita una cappella nei pressi dell’altare maggiore e che fosse sistemato lì il sarcofago del barone Pietro Naselli.

Nel 1517 muore Periconetto e nel 1518 ha l’investitura della baronia di Comiso Baldassarre I Naselli (sepolto con la moglie all’Immacolata). Nel 1519 i frati minori conventuali furono espulsi dal convento di S. Antonio, nottetempo e costretti con forza, dai frati osservanti (protetti dal governo spagnolo e, forse, anche da Baldassarre I Naselli). Solo nel 1549, per ordine della santa sede, il convento di S. Antonio tornò in possesso dei frati minori conventuali. Proprioin quell’anno iniziarono i lavori di ristrutturazione della chiesa e la costruzione della cappella-mausoleo dei Naselli.

Nel 1549 morì Baldassarre I Naselli e nel 1550 ebbe l’investitura della baronia di Comiso Gaspare I Naselli. Nel 1555 a Gaspare I Naselli succedette, come barone di Comiso, il figlio Baldassarre II Naselli (anche lui sepolto all’Immacolata), che fu l’ultimo ad avere il titolo di barone di Comiso e che morì nel 1557.

Nel 1558 Gaspare II Naselli fu investito della baronia di Comiso e fu il primo ad avere il titolo di conte (soprannominato conte rosso). Egli si rivelò buono e amabile gentiluomo e, al contempo, valoroso ed intrepido soldato. Prima del 1567 fu costruita la chiesa di S. Biagio a tre navate e con cupola centrale (due navate e la cupola, purtroppo, crollaronoa causa del terremoto del 1693).Inquesto periodo (intorno al 1571)furono ultimati i lavori della cappella-mausoleo dei Naselli; nel 1574 Gaspare II Naselli sposò Beatrice D’Aragona e nello stesso anno fu inaugurata la Chiesa della Madonna dell’Idria (rimasta chiusa al culto dopo la seconda guerra mondiale). Nel 1575 Gaspare II Naselli fece ristrutturare tutto il castello ed erigere la solida torre quadrata. Nel 1584 nacque Baldassarre III Naselli, che fu battezzato nella chiesa madre. Nel 1585, per iniziativa del conte Gaspare II Naselli, alla chiesetta della Misericordia fu annesso il pubblico ospedale detto “Monte di pietà”. Nel 1586, all’età di soli 42 anni, morì prematuramente Gaspare II Naselli che fu sepolto nel monumento funebre posto nella Chiesa di S. Antonio. La signoria del conte Gaspare II Naselli era stata per Comiso il motivo della sua vera risurrezione economica e sociale. Nel 1588, da un vecchio documento, si rivela che la l’antica chiesa di S. Antonio era già chiamata Chiesa di S. Francesco. Nel 1591, circa, fu completata la Chiesa della SS. Annunziata, costruita sulle fondamenta dell’antica chiesa di San Nicola;la nuova Chiesa era dotata di 21 altari: l’altare maggiore dedicato al SS. Sacramento, gli altari laterali alla Madonna Addolorata, a San Gregorio Magno, a San Giacomo, a San Nicola, alla Madonna del Rosario, a Sant’Anna, alla Madonna della Mercede; poi c’erano ancora: l’altare dei Santi Re Magi, l’altare della Resurrezione, quello della Purificazione di Maria, l’altare dell’Annunziata, quello della Natività di Maria, quello diSan Ippolito, di San Mauro, di San Antonio Abate, di San Vincenzo Ferreri, di san Giovanni Nepomuceno, l’altare dell’Assunzione, della Trasfigurazione e quello delle Anime del Purgatorio .Nel frattempo nella Chiesa erano sorte le confraternite dell’Annunziata e del SS. Rosario.Nel 1596, presso la chiesa madre, fu istituita, per iniziativa di Pietro Palazzo,la congregazione del SS. Sacramento e nel 1597 fu aperta al culto la Chiesa di san Giuseppe. Nel 1598 Baldassarre III Naselli si sposò con Antonella Saccano. Successivamente, nel 1599 nella chiesa della SS. Annunziata si cominciò a celebrare la messa cantata domenicale, suscitando così, le proteste della Chiesa Madre che si sentì lesa nei suoi diritti secolari di unica ed esclusiva officiantedel culto. Da qui nacquero le prime insanabili discordie fra le due chiese maggiori che si protrassero nei secoli. Nel 1602 fu ultimata la Chiesa di Maria SS. della Catena e nel 1604, con privilegio arcivescovile, fu concesso di portare in processione la Madonna della Catena e la festa esterna in onore del patrono san Biagio fu spostata dal 3 febbraio alla prima domenica di luglio. Nel 1606 il conte Baldassarre III Naselli fondò un nuovo paese, che chiamò Aragona, in onore della madre Beatrice D’Aragona.

Nel 1611 dal conte Baldassarre III Naselli e da donna Antonia Saccano nacque Luigi I Naselli (che nel 1625 divenne principe D’Aragona). Nel 1614 morì Baldassarre III Naselli, che nel suo testamento aveva disposto che venisse sepolto nella chiesa di San Francesco. Nel 1625 al conte Luigi I Naselli (poco più che quattordicenne), per l’antica nobiltà della sua famiglia e per i servigi prestati dai suoi antenati ai re di Spagna, il re Filippo IV conferì il titolo di principe d’Aragona.

Nel 1645 continuarono le contese tra le due chiese maggiori riguardo la processione del Corpus Domini e del Venerdì santo. Nel 1673 morì Luigi I Naselli, conte di Comiso e principe D’Aragona e al figlio Baldassarre IV Naselli toccò l’investitura dei feudi familiari.

Baldassarre IV sconfisse a Milazzo le truppe francesi e conquistò Taormina.

Purtroppo, il 9 gennaio 1693, verso l’ora dell’Ave Maria, si verificò un devastante terremoto in gran parte della Sicilia, che provocò innumerevoli danni e tantissime morti. Molte Chiese e monasteri crollarono, tra cui la Chiesa Madre, mentre l’Annunziata venne miracolosamente risparmiata dal cataclisma. Anche il prospetto della fonte Diana e tutto il piano superiore del castello dei conti Naselli crollarono. Dopo il terremoto del 1693, Comiso si espanse verso ovest con la costruzione dei quartieri di San Francesco e della Catena. Baldassarre IV, a sue spese, fece rifare ed abbellire il frontone della fonte Diana e, con il contributo popolare, furono riparate le chiese di San Biagio, delle Grazie e di San Leonardo. Nel 1702, dopo la morte della moglie, il principe-conte Baldassarre IV Naselli cedette al figlio Luigi II Naselli la signoria e si ritirò nel seminario di Palermo per diventare sacerdote. Nel 1710, il principe-conte Luigi II Naselli, anche lui rimasto vedovo, rinunciò alla signoria in favore del figlio Baldassarre V Naselli, poco più che tredicenne, per diventare, anche lui come il padre, sacerdote. Baldassarre IV Naselli morì da presule il 25 dicembre 1710. Il 20 dicembre 1720, le due chiese maggiori, per iniziativa del conte Baldassarre V, sottoscrissero un concordato col quale risolvevano, in parte, la spinosa questione della “sciugghiuta a loria” nel sabato santo, nel senso che veniva riconosciuto alla Chiesa Madre il diritto di sciogliere per prima le campane, non oltre mezzogiorno. In questo concordato venne anche definita la questione del posto che dovevano occupare i due cleri nelle processioni fatte in comune e si stabilì che entrambi avrebbero compiuto insieme le varie processioni delle loro chiese, purché alla Matrice fosse consentito di intervenire con la propria croce in quelle dell’Annunziata. Nel 1729, il principe-conte Baldassarre V Naselli acquistava dei terreni, dove faceva costruire la più antica e importante cartiera siciliana. In concomitanza con la fondazione della cartiera, si diffusero a Comiso i carrettieri.

Nel 1739, papa Clemente XII, con bolla apostolica, riconobbe, autorizzò e confermò la Collegiata della chiesa dell’Annunziata, dichiarandola “Collegiata insigne”. In seguito, nel 1740, anche la Chiesa Madre ebbe il titolo di “Collegiata insigne”.

Nel 1742 Baldassarre V Naselli introduce, a Comiso, la produzione del sapone duro, cosa questa che fu per la nostra città motivo di grande sviluppo economico.

Il principe-conte Baldassarre V, con il quale la famiglia Naselli aveva toccato le più alte vette della gloria, morì a soli 57 anni nel 1753. Questi, prima di morire, aveva disposto di essere tumulato a Comiso nella Chiesa Madre ed il Capitolo della Chiesa, per onorare la sua volontà, fece erigere un mausoleo marmoreo presso la Cappella del Santissimo.

Con la morte di Baldassarre V la signoria dei Naselli a Comiso si avviò verso la fine.

Nel 1754 Luigi III Naselli succedette al padre Baldassarre V; poiché il novello principe-conte non poteva interessarsi direttamente dei suoi feudi, li diede in affitto a degli arrendatari e nel 1765, dal momento che non aveva pagato parecchie tasse a causa delle gravi difficoltà economiche, dalla deputazione del Regno gli fu sequestrato tutto il frumento stipato nei suoi magazzini e la mole di carta ammassata nella cartiera. Nel 1773 morì Luigi III Naselli, sotto il quale la famiglia Naselli aveva avuto il maggior numero di possedimenti della sua storia.

Gli succedette Baldassarre VI Naselli nel 1774, anno in cui i Capitolari della Chiesa dell’Annunziata chiesero al conte Naselli la concessione di un suolo pubblico per permettere la costruzione dell’abside, com’era previsto nel progetto originario, cosa che fu subito accolta favorevolmente. E, ancora, nel 1774 i “Matricrisiari” acquistarono a Napoli la statua in legno dell’Addolorata, che ospitarono e benedissero nella loro chiesa tra grandi tripudi e grande concorso di popolo.

Nel 1777 il principe-conte Baldassarre VI Naselli, affinché la Chiesa dell’Annunziata fosse eretta a parrocchia, presentò domanda al vescovo mons. Alagona che, però gli diede responso negativo. Allora il principe-conte portò la questione davanti al Tribunale ecclesiastico di Napoli, che,a sua volta, respinse la richiesta. Nel 1808, all’età di soli 36 anni, morì Luigi IV Naselli, erede designato del principe-conte Baldassarre VI.

Nel 1812 morì, anche, Baldassarre VI Naselli e, in tal modo, la signoria dei feudi passò alla moglie del defunto Luigi IV Naselli, donna Stefania Galletti di San Cataldo, in qualità di tutrice del figlio-conte Baldassarre VII Naselli. Il 21 agosto 1816 fu istituita la Parrocchia della SS. Annunziata, sia pure sotto la cura dell’arciprete della Chiesa Madre, mentre era conte di Comiso Baldassarre VII, che fu, così, l’ultimo Naselli,signore di Comiso.

A Baldassarre VII Naselli, che era rimasto celibe, succedette, come erede la sorella Marianna Naselli che sposò Nicolò Burgio, che ebbe come erede il figlio Luigi V Burgio Naselli, il quale inaspettatamente,nel 1882 lasciò tutto per farsi, anche lui, sacerdote. Quest’ultimo ebbe come erede il cugino Antonio Burgio Brancaccio, ultimo conte di Comiso.

Il mio viaggio-storico nella Comiso del passato è terminato, ma porto con me un meraviglioso e ricco bagaglio culturale che mi ha fatto conoscere la storia della mia amata città all’epoca dei Naselli. Una grande storia fatta di conflitti, difficoltà politiche e religiose, di conquiste, di ricostruzioni e di nuove scoperte utili all’economia e allo sviluppo del paese.

Ne deduco che la storia è una bellissima trama della memoria che, auspico, non dovrebbe essere mai perduta, bensì lasciata come eredità viva e puntuale alle generazioni future. I luoghi, allora, riescono a parlarci, diventano evocativi, attuali, il cammino fatto rievoca storie memorabili, vicende importanti, degne di essere consegnate ai posteri e alla grande storia tout-court.

Domenico Maria Pelligra I A Liceo Classico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)