Il cambiamento climatico: ieri, oggi… e domani?

di Pietro Gnecco classe 1D

Il cambiamento climatico è un fenomeno che interessa tutti quanti noi.

Alla luce dei recenti avvenimenti che si sono verificati a causa delle numerose e violente precipitazioni lungo tutta la penisola in quest’intervista ci racconta la propria esperienza Ezio Sabatini, Coordinatore Provinciale della Protezione Civile di Siena – Vice Presidente  AMS  (Associazione Meteorologica Senese).

Cosa ha provocato i  grandi cambiamenti climatici nei secoli passati  visto che non vi era la presenza massiccia delle attività umane (auto, fabbriche, inquinamento) di oggi?

Il clima non è mai stato uguale a se stesso. Grazie alle trivellazioni nei ghiacci dei Poli siamo riusciti a trovare i pollini delle piante che erano nell’aria di millenni fa. Da questo siamo riusciti a capire che il mondo è stato molto più freddo di adesso o molto più caldo. I motivi si possono cercare nell’attività della nostra Stella, il Sole, oppure nella variazione dell’attrazione lunare che varia l’asse di inclinazione terrestre. Più vicino a noi sicuramente possiamo dare la colpa all’attività dei Vulcani che, con le loro polveri, possono coprire gli strati alti dell’atmosfera ed influire sul clima. Il fatto è che tutto questo una volta avveniva nell’arco di molte generazioni mentre oggi si calcola che tutto ciò  stia succedendo in nemmeno 50 anni.

Iceberg, Ghiaccio, Groenlandia, Congelati, Freddo, Mare

Che conseguenze può avere un cambiamento climatico così rapido sulla popolazione umana, gli animali e l’ecosistema?

Noi viventi siamo tutti legati a doppia corda con l’ambiente che ci circonda. Il nostro sviluppo tecnologico non ci ha liberato dal dipendere dal meteo per l’ agricoltura per esempio, oppure dal freddo e dal caldo per essere più o meno esposti ai batteri. La salute dell’uomo risente molto del caldo eccessivo; basta pensare che da 3 anni a questa parte ogni estate è più calda di quella dell’anno precedente. In estate i nostri sistemi sanitari vanno spesso in blocco per il massiccio accesso ai pronto soccorso, a  causa delle ondate di calore.
Per gli animali il problema è leggermente diverso. Ogni specie animale occupa quella che si chiama “nicchia ecologica”  (https://it.wikipedia.org/wiki/Nicchia_ecologica )  per cui si può trovare a dover uscire da questa sua naturale area di vita. Pensiamo alle zanzare portatrici di alcune malattie tropicali, una volta assenti in Europa ed adesso presenti in tutta l’area mediterranea.

E’ evidente che questo rivolgimento delle varie aree di vita delle razze animali comporterà sempre più uno stravolgimento dell’ecosistema nel suo complesso. La natura, a meno di eventi eccezionali, non avrà il tempo per poter riorganizzare questo caos e, per questo, molte specie andranno incontro all’estinzione mentre altre verso una crescita demografica impazzita.

Che eventi calamitosi dovremmo aspettarci nel breve termine dal “global warming”?

E’ presto per poter avere un bilancio chiaro di quali catastrofi saranno più presenti in futuro. Di sicuro possiamo dire che, già oggi, i temporali dispongono di molta più energia. Questo non sempre si traduce in un evento meteorologico estremo ma ne aumenta il rischio. Per l’Italia le ipotesi sono quelle di una “tropicalizzazione” del clima che porti ad una sostanziale desertificazione del Meridione. Nel caso dello scioglimento dei ghiacci dei Poli potremmo pensare ad un innalzamento delle acque costiere tale da cancellare gran parte della pianura Padana. Se pensiamo che lo stivale è, per la gran parte del suo territorio, a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni, dobbiamo dare per certo che questa sarà una delle sfide del futuro.