Il cambiamento climatico secondo i giovani.

di Sara Bellè, 1B

Il cambiamento climatico è una realtà che in pochi prendono seriamente e per la quale in pochi fanno qualcosa di utile per rimediare. Sentiamo spesso dire dagli adulti che i giovani non prendono sul serio la questione, ma ora diamo a loro la parola. In questa intervista una ragazza di quattordici anni che vuole rimanere anonima racconta il  suo punto di vista.

Iniziamo parlando degli effetti che il cambiamento climatico ha su di noi.Tu credi di risentirne in prima persona?

Ora come ora noto solo una temperatura diversa, più caldo, più freddo, ma temo che gli effetti peggiori verranno in un futuro ancora più prossimo se continuiamo cosi, anche nuove malattie pensando al peggio.

Fai qualcosa per migliorare la situazione?

Ci provo: cerco di usare meno plastica possibile e meno mezzi possibili, anche se spesso non ho successo in quest’ultima. Un’altra cosa che faccio è raccogliere l’immondizia che trovo per terra, lo faccio per lo più nella mia via e ovviamente nel limite del possibile.

Credi che i tuoi coetanei abbiano a cuore quanto te questo problema?

Dipende, ad alcuni non importa per niente, ad altri invece interessa e fanno anche più di quel che riesco io.

Hai partecipato ai Friday for Future? Credi che abbiano attirato l’attenzione di quelle persone a cui non importa?

Sì, ma solo perché è parsa una buona scusa per non andare a scuola, all’inizio ero d’accordo anche io però poi mi ci sono messa in mezzo e ho cambiato opinione. Durante una delle manifestazioni eravamo tutti ammucchiati ad ascoltare una ragazza e a cercare di farci ascoltare dal presidente della regione Liguria Giovanni Toti e protestavamo perché lui lavorasse per noi e per fermare quello che sta succedendo.

Pensi dunque che queste manifestazioni funzionino?

Si, fanno capire a chi ci ascolta che noi siamo tanto arrabbiati e sicuramente sono molti quelli che cercano di risolvere, ma non stanno concludendo molto.

E come potrebbero farlo?

Usando meno plastica possibile, gli oggetti di uso comune si possono fare con tanti diversi materiali, usare mezzi di spostamento elettrici, più raccolta differenziata e istruire bene i ragazzi a partire dalle scuole.

Gli adulti vi ascoltano? Cosa pensi che pensino? Vi prendono sul serio?

Sì ci ascoltano, anche perché è colpa loro.” dichiara con tono fermo, poi si spiega: “noi giovani siamo nati con già questo problema e stiamo pure cercando di risolverlo, avrebbero dovuto fare qualcosa molto prima, ora ci hanno lasciato con un mattone sulle spalle”.