Mio figlio, atleta under17

Di Alessandro Morlacchetti

Intervista ad un genitore di un calciatore dell’ Under 17 regionale per capire cosa pensa del calcio giovanile di oggi e soprattutto quali sono le aspettative che questo sport ricopre per diversi genitori.

A che età e dove ha iniziato a giocare suo figlio?
Mio figlio ha iniziato a giocare a calcio all’ età di 7 anni nella scuola calcio del nostro quartiere.

La sua è stata una scelta autonoma?
Fin da piccolo ha sempre amato giocare a calcio, giocava spesso sotto casa con i suoi amici. Fin quando non mi ha chiesto di iscriversi nella scuola calcio del quartiere.
Cosa pensa ha dato e può dare questo sport a suo figlio?
Come tutti gli sport di squadra gli insegna a stare insieme agli altri e soprattutto gli insegna a rispettare l’avversario. Inoltre, reputo fondamentale che un ragazzo a qualsiasi età faccia uno sport
che giovi al benessere fisico e mentale.

Dopo molti anni che frequenta questo ambiente secondo lei quali sono gli aspetti positivi e negativi?
Nella scuola calcio ho potuto notare quasi tutti aspetti positivi. A 12 anni, però, inizia l’attività agonistica di questo sport. Ovviamente con l’attività agonistica i ragazzi si devono interfacciare
con le scelte degli allenatori e con le conseguenze delle sconfitte sul campo, mentre nella scuola calcio tutti i confronti tra squadre avversarie servivano solo a far giocare e divertire i ragazzi.
Ecco perché reputo importante che sia instillato sin da piccoli il concetto del “calcio” come attività sportiva e non come punto di partenza per l’attività professionistica. Questo è invece un concetto
appartenente, purtroppo, ad una certa tipologia di genitori che, una volta iniziata l’attività agonistica, si rendono protagonisti di molte pressioni su società e mister.
Che tipo di pressioni subiscono i ragazzi dalle società di calcio e dai propri genitori?
Molti genitori purtroppo, perdono di vista il senso più alto della parola sport e spingono i figli al massimo impegno, non per divertirsi, ma solo per assicurare loro un ipotetico futuro in un calcio
professionistico. Alcune società di calcio sfruttano questa debolezza di genitori senza scrupoli per illudere giovani calciatori.
Con suo figlio lei invece come si è comportato?
Io penso di essermi comportato in modo corretto, ho fatto vivere questo sport nel segno del rispetto di sé stesso e degli altri e soprattutto ho messo sempre al primo posto il benessere di mio figlio e le sue scelte.