Sbocciato nel mio giardino, d’inverno.

 

I tuoi occhi nascondono sempre un fanciullino

e bruciano come il più ardente dei fuochi.

Ma c’è qualcosa in loro

che ha il potere di calmarmi,

 di rasserenarmi,

come se mi trovassi di fronte

al più immobile dei laghi.

Mi sento una barca che naviga verso tuo porto:

ho superato onde,

attraversato tormente travolgenti,

eppure, sono ancora qui,

a ripeterti che vorrei

che questa calma durasse all’infinito,

che fosse eterna

e che questo momento sacro non avesse mai fine.

Non chiudere gli occhi,

ti prego,

non lasciare che il fuoco si estingua.

Tu, Luce mia meridiana,

mio Sole allo Zenit,

mio grandissimo Amore da lungi sognato,

sei l’ultimo fiore sbocciato nel mio giardino d’inverno.

Cuore mio,

non farmi percepire sofferenze accanto a lui.

Non distogliere mai il tuo sguardo terso,

che non mente e mi dà pace.

Federica Romeo I C – Istituto “Giosuè Carducci” – Liceo Scientifico – Comiso (RG)