L’angolo dello psicologo

Identità sessuale: l’amore di una mamma oltre ogni pregiudizio
Egregio dottor Virgilio, con piacere ritrovo la sua rubrica aperta, proprio in un momento della mia vita che non esito a considerare tragico: una figlia adoratissima, la mia seconda, già da qualche anno si veste e si atteggia marcatamente da maschio. Era all’inizio della prima media, ricordo, e sentivo che la sua voce era impostata in modo sempre più basso, i jeans erano diventati l’unico abbigliamento, portati sempre con maglioni larghi a mascherare le forme. Gradualmente la trasformazione è continuata e oggi, in terza media, i capelli rasati alla militare, le mani sempre in tasca come il padre, mi fanno detestare questa figlia che da piccola era bellissima. Chi è ora questo estraneo che mi ritrovo in casa, assecondato in tutto dal padre, che gli ( o le) ha comprato anche la batteria, che va benissimo a scuola e che ostenta una durezza atroce, che mi ha tolto il bene di un abbraccio e di un bacio, che già parla di cambiare sesso e di seguire un percorso assistito? Dove abbiamo sbagliato?
 MARIA DA MARANO

 

L’anatomia è un destino? possiamo considerare la biologia come componente irriducibile che determina l’identità sessuale di una persona? Questa visione è contrastata da quella culturale, che invece sottolinea l’importanza degli aspetti sociali, familiari ed educazionali. Due approcci opposti, quello innatista e quello culturalista: ma al centro, tra i due,  si colloca la vita, nella sua unicità, singolarità, che genera l’esistenza di ognuno di noi attraverso il proprio vissuto e le esperienze che determinano orientamenti e direzioni esistenziali. Alla domanda della signora, intrisa di sofferenza e di angoscia, dovute al mancato riconoscimento di una figlia che non risponde alle proprie idealizzazioni, non si può rispondere in modo tecnicistico. La cultura dei nostri tempi è ancora lontana dall’accettare orientamenti sessuali che, non dimentichiamo, fino a non molti decenni fa erano trattati come devianze da “curare” in manicomio. Non solo i transgenders, ma tutti i soggetti sono coinvolti continuamente in un’inevitabile oscillazione tra maschile e femminile. All’inquietudine di un genitore deve  far riscontro sicuramente l’amore, che va oltre qualsiasi investimento idealistico e progettuale. Cosa succede quando il figlio ideale, quello dei nostri sogni, non corrisponde a quello reale? Le pressioni narcisistiche non tengono conto dell’alterità, dell’unicità di ognuno di noi. L’amore ci deve suggerire che i figli non ci appartengono (K. Gibran), ma appartengono alla vita e dunque, con l’amore, possiamo e dobbiamo prevedere la libertà come aspetto integrante e come possibilità esistenziale. Valorizziamo dunque i nostri figli al di là dei limiti che vediamo, al di là delle loro peculiarità, che possiamo non condividere; valorizziamoli nella differenza. Il nostro amore incondizionato sarà un prezioso e indispensabile visto per il viaggio della vita, vissuta in armonia con se stessi e in libertà, perchè solo l’amore ci mette in contatto con la libertà,  andando oltre ogni forma di pregiudizio.

Dott.Raffaele Virgilio, psicologo e psicoterapeuta