Hate speech: la scuola di fronte alla sfida

Di Alessandro Titolo

Nelle scorse settimane, presso “l’Istituto di Istruzione Superiore Enrico Fermi”, si è tenuto un incontro intitolato “Hate speech”.

L’iniziativa è stata promossa da un comitato di cittadini che hanno assunto il compito di informare i giovani su come agire di fronte a situazioni in cui si viene offesi e soprattutto comunicare quanto peso abbiano le nostre parole nei confronti di altre persone , soprattutto sui social, dove le offese sono pervasive e circolano velocemente.

Ad introdurre i ragazzi alla tematica dell’incontro è stata la prof.ssa Giovanna Tarantino , Dirigente dell’I.I.S. Enrico Fermi. A seguire ha preso parola la promotrice dell’evento , la Dott.ssa Valentina Celsi, che ha parlato dell’importanza dell’uso della parola , affermando che “la parola ci caratterizza”.

In seguito, dopo aver concettualizzato l’importanza della parola per l’uomo, ha affermato che circa l’80 per cento degli utilizzatori dei social convivono e accettano le parole di odio criticando l’indifferenza di coloro che non reagiscono ai post di odio.

La moderatrice dell’incontro è stata la Dott.ssa Osvalda Cuccarese, psicologa clinica, che ha fatto intendere ai ragazzi che il fenomeno dell’odio riguarda indistintamente tutti e colpisce maggiormente determinate persone a causa degli stereotipi.

Successivamente ha mostrato con delle slide una classifica sui maggiori soggetti esposti a discorsi di odio: in primis le donne, poi i disabili, migranti, musulmani, omosessuali e infine gli ebrei; in conclusione ha argomentato le possibili soluzioni all’odio come, ad esempio, quella di evitare di mettere like in contesti in cui si mostra odio.

Ad approfondire il discorso sull’utilizzo della parola , sotto un profilo filosofico , è stato il prof. Federico Limongelli , docente dell’I.I.S. Enrico Fermi, che ha fatto riferimento ai filosofi tedeschi Erich Fromm (che identifica due tipologie di odio) e Sigmund Freud (il quale afferma che l’odio è una parte di noi).

Il prof. Limongelli ha poi esplicitato con esempi interattivi il significato del termine “discriminazione”. Ha infine concluso il suo discorso con dei richiami storici sulla Costituzione. Ha preso poi parola il giornalista Michele Pacciano, che ha parlato del razzismo rivolto alle persone di colore affermando che “l’accusa è la noia, ovvero la non curiosità e la voglia di non conoscere”.

Ha continuato raccontando la sua esperienza da disabile e di come lui si è sentito diverso rispetto agli altri e infine ha concluso con un consiglio: “Prima di dire qualcosa respiriamo ovvero riflettiamo e applichiamo la nostra intelligenza”.
Ha concluso l’incontro l’avvocato Maria Lovito , con un discorso a livello giuridico sulle possibili conseguenze delle offese, che possono essere anche molto gravi.

Alessandro Titolo