PERIFERIE DIFFICILI: COME SALVARLE?

Che cos’è una periferia?
La periferia può definirsi l’insieme delle zone di una città disposte ai margini esterni del suo agglomerato urbano; in poche parole, un luogo al di fuori della città, dove spesso sorgono i maggiori centri abitati, con grandi palazzi.
Secondo me, per garantire alla popolazione di giovani ragazzi un posto dove coltivare le proprie passioni, dovrebbero essere apportate diverse migliorie sia dal punto di vista socio-economico generale sia dal punto di vista delle strutture che spesso sono carenti.
Si potrebbero costruire nuove biblioteche cercando così di accrescere l’interesse verso la lettura o anche solo per aiutare i piccoli appassionati di libri che potranno usufruire di questo servizio gratuito, senza dover sovraccaricare le famiglie con spese aggiuntive.
Oppure si potrebbero organizzare attività durante il week-end, come quelle degli scout, che senza dubbio aiuterebbero i ragazzi a svagarsi, a stringere nuove amicizie, ad avere maggiore responsabilità verso se stessi e soprattutto verso il rispetto delle regole e della natura.
Un altro esempio di intervento potrebbe essere quello della costruzione di strutture di aggregazione giovanile, di campetti di calcio e di piscine pubbliche che i ragazzi possono frequentare per corsi di nuoto non molto costosi o anche solo durante l’estate, per combattere il caldo afoso.
Sarebbe opportuno, inoltre, coinvolgere tutte le associazioni del territorio, specialmente quelle giovanili, per contribuire tutti insieme a prevenire il disagio dei minorenni che spesso, in periferia più che nel centro delle città, abbandonano la scuola prima ancora di ottenere il diploma.
Molti, cresciuti in una realtà ben distante da quella di questi ragazzi, ritengono che qualsiasi aiuto rivolto ai giovani delle periferie “difficili” sia solo tempo sprecato.
Secondo loro, infatti, questi adolescenti non sono altro che dei nullafacenti e sono convinti che i soldi spesi per cercare di aiutarli potrebbero essere investiti in modo molto più efficiente nel settore del lavoro, in modo da diminuire la massa, sempre più grande, di persone in cerca di un impiego lavorativo più soddisfacente.
Ma ciò che queste persone ignorano e non riescono a comprendere è la gravità della situazione di molti ragazzi che vivono nelle periferie italiane, ai quali anche un piccolo e semplice aiuto potrebbe davvero cambiare la vita.

In conclusione, penso sia davvero opportuno riportare una celebre citazione del noto Gianfranco Zavalloni, maestro, direttore scolastico, pacifista e burattinaio per passione: “Per capire l’infanzia e la fanciullezza ognuno deve fare memoria, cioè ripensarsi da bambino. E per fare questo è bene porsi alcune domande: Cosa amavamo fare? Dove giocavamo? Con chi ci piaceva stare?”

Amina Gatabi

cl. 2D