Serata di David



Senza star in sala, ma in collegamento streaming da casa, vengono assegnati ben 6 David, il film del regista piacentino incentrato sul pentito di mafia Tommaso Buscetta, Il primo re e Martin Eden le briciole, Valeria Golino miglior attrice non protagonista. Il Traditore di Marco Bellocchio trionfa ai David di Donatello 2020. Miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista (Pierfrancesco Favino) e non protagonista (Luigi Lo Cascio) e montaggio (Francesca Calvelli), sono i ricchi premi della 65° edizione. Il pentito di mafia Buscetta raccontato da Bellocchio mette in secondo piano il Pinocchio di Garrone, che si ferma “solo” a 5 statuette. Il primo re di Matteo Rovere è la rivelazione, guadagnandone 3. Tutto è accompagnato da una serata povera di emozioni, monotona e a tratti noiosa, per spezzare una lancia a favore della Rai, dobbiamo dire che non è facile sostenere uno studio vuoto privo sia di pubblico che di star, con il solo Carlo Conti che ha il compito di farla sembrare regolare. Perso il faccia a faccia tra palco e platea, troviamo lo streaming da casa di attori e registi. A parte il mancato collegamento nemmeno per i vincitori, molte nomination vengono lette da Conti con la fretta di dover finire. La serata inizia con Valeria Golino che vince il David come miglior attrice protagonista per “5 è il numero perfetto” del regista IgorT, seguita da Daniele Ciprì, miglior fotografia per Il primo re, ed infine concludendo con la catena di premi del “Il traditore”. Toccherà a Lo Cascio ritirare il premio e far invadere l’inquadratura dall’arrivo dei figli, ricordando la vittoria precedente per I Cento passi, e dedicandolo allo zio scomparso. Dopo domande e battute di rito ci pensa un quintetto di tutto rispetto composto tra Toni Servillo, Alessandro Borghi, Luca Marinelli, Francesco di Leva e Pierfrancesco Favino a creare una minima suspense nell’impalpabile serata. Vince Favino con la moglie Ferzetti. Dal punto di vista delle colonne sonore troviamo lo scontro tra Brunori Sas (L’ospite) e Diodato (La dea fortuna), con quest’ultimo che dopo il trionfo di Sanremo trova anche quello ai David. È poi la volta di assegnare il David di Donatello alla miglior produzione e al miglior film, con tutti e cinque i film prodotti da Rai Cinema. Carlo Conti fa il suo, forse facendo venire voglia di cambiare conduzione il prossimo anno. Tanti anni di carriera non assicurano una buona conoscenza in tutti i campi, come si nota durante tutta la serata. Forse sarebbe bene che prendessimo su alcune cose esempio dagli Oscar americani. Speriamo che l’anno a venire ci riservi uno spettacolo ben più avvincente.


Matteo Ancona, Davide Agliottone 3C Classico Cambridge 2.0 – liceo G.B. Vico Napoli