I rapper si difendono

“La violenza non è figlia dei nostri testi”: questo è quello che dicono in un recente articolo i rapper accusati dalla società e rifiutati dalle competizioni come il festival di Sanremo. 

I rapper biellesi Fracasso, Loren e Maestrale (nomi d’arte) si schierano dalla parte di Fred De Palma, che è riuscito a partecipare al festival di Sanremo: Non si può caricare sulle spalle di rapper di vent’anni il compito di educare, non spetta a noi”; “Puntare il dito verso chi fa rap o trap è un modo per costruire un alibi a chi non svolge il proprio ruolo”.

Loro sostengono questo e pensano che l’educazione di bambini e ragazzi spetti alle famiglie e alle scuole e non a loro.

“Maestrale (vent’anni) dice che i rapper, per quanto possano essere famosi e per quanti follower possano avere, non hanno il potere di fare il lavaggio del cervello a migliaia di bambini e ragazzi.”

Io penso che non sia corretto come  la società sta giudicando i rapper, perché la loro è lo stesso arte: molto spesso le loro canzoni trattano argomenti personali e non, ma, se usano parole “forti”, non è un buon motivo per far loro causa. Ciò accade anche per molti stereotipi o fatti di cronaca che riguardano i rapper, che fanno pensare che siano tutti criminali, persone scorrette e soliti commettere azioni sbagliate nei confronti degli altri. Invece non tutti sono così, ma ormai la società ne è più che convinta, continuando ad alimentare le accuse e questo argomento. 

Secondo me non è giusto che i rapper vengano considerati tutti uguali e diseducativi  in ogni parte del mondo. Esistono diversi generi di musica e anche il rap è uno di questi e non uno stile a parte: semplicemente la società deve imparare ad accettare anche questo tipo di musica.

Non dico che ora ogni rapper sia nel giusto, a prescindere qualunque cosa lui faccia, anzi io di mio non seguo molto il rap, ma leggendo questo articolo ho riflettuto sulla cosa. Se a volte rapper famosi commettono azioni sbagliate e fanno del male alle persone, ciò non vale per i giovani di diciotto o vent’anni, che semplicemente vogliono iniziare una carriera nel mondo della musica con questo stile.

Ismael Matteo Minteh, II D, Scuola media Marconi

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