Share love, not hate


Oggi, 17 maggio, è la giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, e qualsivoglia fobia nata dall’ignoranza. Dal 2004 è una ricorrenza riconosciuta dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite, ed è celebrata in circa 130 paesi. Fu ideata da Louis-Georges Tin (curatore del, Dictionnaire de l’homophobie), e la prima giornata contro questo tipo di razzismo ha avuto luogo il 17 maggio 2004, a quattordici anni dalla decisione di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. È spaventoso pensare che fino a trent’anni fa, una persona omosessuale, fosse considerata malata mentalmente. L’obiettivo della giornata è quello di sensibilizzare e lottare contro i purtroppo frequenti atti di odio verso la comunità LGBTQ.
Il principio d’uguglianza e di non–discriminazione costituisce un elemento fondamentale della protezione dei diritti umani. Purtroppo però, un principio che in realtà è così semplice e basilare, perché si tratta di amore tra due persone, da molti è ancora ritenuto disgustoso. Tutt’oggi, due persone dello stesse sesso che si tengono per mano o si baciano, vengono ancora guardate e considerate come sbagliate, contro natura, o appunto malate. Oggi, moltissime persone hanno paura di fare coming-out, persino con le loro famiglie, perché potrebbero non essere accettati e ripudiati. Tantissime persone hanno paura di dichiararsi a quell’amico che per scherzare lo chiama “frocio”; o a quelle persone che giudicano “maschiaccio” una ragazza a cui piace avere i capelli corti e che non indossa un vestito, “femminuccia” un ragazzo a cui non piacciono gli sport o che si emoziona guardando un film. Questa comunità viene costantemente presa di mira, e stereotipata con le peggiori frasi comuni. È al limite del ridicolo, come due persone che vorrebbero solamente dimostrare al mondo che persona meravigliosa hanno accanto SEPPUR DELLO STESSO SESSO, si debbano invece nascondere, timorosi delle conseguenza che persone ignoranti e chiusi di mente possano provocare loro, perché si, si sentono continuamente in giro notizie di persone uccise o picchiate perché appartenenti alla comunità LGBT.
Sento persone in giro che giudicano coraggiosi coloro che accettano e supportano i familiari che fanno coming-out. Non si tratta di essere coraggiosi, si tratta semplicemente di essere persone decenti e umane. E no, non sono felice che in alcuni paesi (tra l’altro ancora pochi) i matrimoni gay si siano finalmente legalizzati, perché dovrebbe essere una cosa scontata permettere alla comunità LGBT di sposarsi, e di poter chiamare fieramente il proprio partner moglie o marito. Sarò veramente felice quando in questo mondo TUTTI vedranno l’omosessualità, la transessualità, ecc., come una cosa normalissima quanto lo è l’eterosessualità. L’omosessualità non è una scelta e non è una malattia. Non si cura e non si converte in eterosessualità. Si accetta, o perlomeno si dovrebbe accettare, con armonia e serenità. L’amore è un sentimento che tutti, nessun escluso, deve essere in grado di farne esperienza. L’amore va contro ogni etichetta, contro ogni pregiudizio.
Non potevo non dare il mio contributo alla causa parlando di questo argomento. Oggi, come sempre, voglio combattere tutto questo odio. Pensate bene alle parole che usate prima di scriverle, ci sono persone che potete ferire e distruggere senza neanche accorgervene.
Buona giornata internazionale contro l’omotransbifobia. Non è mai troppo tardi per aprirsi di mente e diventare persone migliori.

Michela Muni 3C Classico Cambridge 2.0 – liceo G.B. Vico Napoli