Calo dell’inquinamento

Come il Coronavirus ha ridotto le emissioni inquinanti

Si sente affermare da più parti che in questa difficile situazione provocata dalla epidemia mondiale di coronavirus c’è da rilevare anche un effetto apparentemente positivo: una riduzione di CO2 che è uno dei più importanti ossidi di azoto a livello di inquinamento atmosferico.
Nel mese di febbraio, infatti, in Cina le emissioni di anidride carbonica sarebbero calate quasi del 25% rispetto allo stesso periodo del 2019 come mostrato dal seguente grafico:



Questi sono dati molto significativi se si pensa che la Cina è considerato il primo paese al mondo per quantità di emissioni prodotte.
Le ragioni di questo calo sono facilmente riconducibili al blocco della circolazione di persone e merci in un territorio così popolato, dalla chiusura degli uffici e da una riduzione della produzione industriale.
In questo periodo, secondo gli scienziati della NASA e dell’Agenzia spaziale europea si è ridotto anche l’inquinamento da biossido di azoto (N02), un inquinante che viene normalmente generato a seguito di processi di combustione, che può causare gravi problemi respiratori.
Nessuno si augura però che possa essere un’epidemia o una catastrofe il motivo per cui saremo in grado di ridurre l’inquinamento delle città.
Degli studiosi finlandesi hanno però messo in guardia dal fatto che questo in realtà è solo un calo temporaneo, il rischio potrebbe essere quello che al termine dell’epidemia aumenteranno in maniera esponenziale le produzioni in tutto il mondo per compensare le perdite subite.
Quello che possiamo imparare da questa crisi sono alcune buone pratiche per ridurre il nostro impatto ambientale, come quella dello ‘smart working’ (lavoro agile da remoto) che ci permette di evitare spostamenti in auto, aereo o in treno inutili e che quindi ci permette anche di ridurre le emissioni di gas nell’atmosfera.

Martina Savarese, Federica Carino, Olga Aiello, Marta Scognamiglio 3N Classico 2.0 del liceo G.B. Vico Napoli