I ragazzi dimenticati dalle istituzioni

di Paolo Di Bella, 2B

L’epidemia di Covid-19 che si è presentata all’inizio del 2020 ha creato molti problemi e disagi in quasi tutto il mondo, oltre che in Italia.

Con la diffusione del virus, come ben sappiamo, sempre più governi si sono trovati costretti a bloccare intere regioni e, alla fine, l’intera nazione.

Molte persone, soprattutto i ragazzi, hanno vissuto tre mesi confinati tra le mura di casa e questo, specialmente per i giovani e i bambini, può essere un grande fardello, dal momento che è più vivo in loro il desiderio di praticare sport, muoversi e frequentare amici o parenti.

Grazie ad uno studio di te il Next Gen Lab e dell’Osservatorio Giovani e Futuro di MTV, siamo venuti a conoscenza delle principali preoccupazioni che affliggono proprio gli adolescenti.

Una di queste, forse la più importante, è la paura che un parente, soprattutto tra quelli più anziani, si possa ammalare e addirittura contrarre la malattia in forma grave subendo cattive conseguenze.

I più giovani si preoccupano anche dell’impatto psicologico sulle persone in quarantena.

Va però detto che, soprattutto i ragazzi e i bambini, sono ottimisti riguardo al futuro e credono che, in breve tempo, l’Italia potrà tornare alla normalità.

Come è già stato detto in precedenza, la quarantena, obbligando i cittadini a stare a casa, se non per questioni urgenti, ha creato una rottura nella routine quotidiana delle persone.

Infatti i ragazzi sono costretti a rimanere chiusi in casa mentre prima, nella maggior parte dei casi, spesso accadeva che uscissero con amici o parenti, si faceva sport, si andava a scuola e si poteva andare in gita o viaggiare.

In questo momento le libertà concesse sono aumentate di poco, si ricomincia a vedersi in piccoli gruppi mantenendo la distanza sociale di un metro, rigorosamente con la mascherina.

Uno studio ha rivelato che, per mantenere uno stile di vita più normale possibile, e, per non distruggere completamente la routine, molti giovani di diverse età durante la giornata fanno esercizio fisico, dormono di più e meglio.

Inoltre sembra che i ragazzi durante il lockdown stiano sensibilizzando sempre di più i propri genitori, ma anche i parenti “lontani”, sull’uso delle moderne forme di comunicazione come le video chiamate.

Infine va detto che gli adolescenti non sono stati presi molto in considerazione dai decreti: mentre i bambini sono stati menzionati, i ragazzi dai 14 anni ai 18 sono stati ignorati e lasciati privi di istruzioni specifiche.

Si è parlato molto di questi ultimi, dal momento che non sono solo coloro che sono stati “dimenticati” ma sono anche quelli che sono stati costretti alle maggiori rinunce.

Molti di loro hanno continuato a studiare nonostante la promozione assicurata.

Privati di tutti i privilegi che si dovrebbero avere durante questa fascia d’età, ora devono convivere solo con gli svantaggi, questione resa ancora peggiore dal fatto che, molto probabilmente, l’estate, e quindi il periodo di vacanza più lungo, bello e divertente, salterà.

Questa esperienza non verrà dimenticata da nessuno, soprattutto dai ragazzi che la stanno affrontando a denti stretti attenendosi alle disposizioni, che hanno rinunciato a mesi di libertà e svago e si spera che gli vengano restituiti al più presto.

Fonti: https://www.ilgiornale.it/news/politica/macch-sdraiati-bravi-ragazzi-1859928.html

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