Stiamo tornando noi

di Niccolò Zunino, 1B

L’avvento del Covid-19 ha avuto un impatto notevole sul Mondo: ci ha ingabbiato e, purtroppo, ha rubato delle vite. Da un giorno all’altro abbiamo dovuto smettere di essere noi, perché era troppo pericoloso persino vedere un amico. Il tempo sta diventando più che mai nostro nemico: passiamo le ore con noi stessi, ci teniamo compagnia da soli. Stiamo addirittura cominciando a rimpiangere il lavoro e la scuola. Però qualcuno è riuscito a tornare padrone della sua vita facendo cose semplici, riscoprendo azioni genuine, che spesso vengono offuscate dalla nostra dipendenza dalla tecnologia; adesso fare ginnastica a casa si sta trasformando da atto noioso ad atto divertente, allenando comunque il corpo. A confermarlo sono anche le statistiche: i manubri da palestra, per esempio, hanno avuto un boom di vendite.

Qualcuno invece si sta dilettando a cucinare, sfruttando la varietà culinaria mondiale, ma sono all’ordine del giorno la produzione in casa di pane, pasta e vari altri alimenti; anche in questo caso si ha una conferma statistica: la vendita di macchinari per fare il pane ha avuto un aumento del ben 652%.

Molti invece combattono la solitudine da isolamento immergendosi nella letteratura e nella musica: alcuni “veterani” si stanno lasciando prendere dai ricordi rispolverando libri, album e canzoni, che da qualcuno non sono mai stati abbandonati. Tra i passatempi più gettonati troviamo anche la scrittura: tanti si dilettano nello scrivere diari e romanzi amatoriali; da ultimo c’è chi si dedica alla passione per la pittura e, in generale, a tutto ciò che stimoli la creatività.
Il tempo passa anche per i più piccoli e spiccano le vendite di libri per bambini, oltre che di pennarelli, glitter e pastelli.
Tanti hanno la fortuna di convivere con altre persone (me incluso) che, a suon di giochi da tavolo e cimeli fotografici, stanno conoscendo meglio sebbene abbiano sempre fatto  parte della loro  quotidianità.
In conclusione, la “quarantena” ci ha stimolato a fare cose che normalmente non avremmo il tempo di fare e ci ha aiutato a riscoprire il piacere del dialogo, perso con la sottomissione alla tecnologia.