Mobilità articolare, un approfondimento sullo sport

Lo sport è fondamentale per tutte le persone, di ogni età, ma in particolare per i giovani poiché impegna il fisico e la mente. In questo articolo ecco un approfondimento riguardo la mobilità articolare.

La mobilità articolare, chiamata anche flessibilità o articolarità, è la capacità di svolgere movimenti volontari con una grande ampiezza di escursione delle articolazioni.

Essa dipende, oltre che dalla capacità di allungamento dei tessuti, come i tendini, i muscoli e i legamenti, da un insieme di fattori, ossia: le qualità elastiche di muscoli, tendini, legamenti, la forza necessaria per raggiungere l’escursione di movimento permessa dalle articolazioni, un’adeguata coordinazione intra e intermuscolare, un programma motorio discretamente sviluppato e la necessaria efficienza  delle articolazioni.

La mobilità articolare è molto importante per quanto riguarda la prestazione sportiva: è alquanto necessario un suo allenamento continuo e sistematico, anche se viene spesso trascurata.

La mobilità articolare varia durante la giornata, è minore al mattino e aumenta durante la giornata, a seconda della temperatura (con il freddo diminuisce) e con l’allenamento (aumenta con il riscaldamento, diminuisce dopo un allenamento pesante).

Vi sono vari tipi di mobilità articolare, che si distinguono in: mobilità articolare generale e speciale, mobilità attiva e passiva, mobilità statica e dinamica. 

  • La mobilità articolare generale è il livello medio di escursione di tutte le articolazioni.

Lo scopo dell’atleta è quello di mantenere un buon livello di mobilità generale.

  • La mobilità speciale fa riferimento alle esigenze specifiche di mobilità, di una o più articolazioni, di una determinata attività sportiva. Lo sviluppo di questo tipo di mobilità rientra nell’allenamento di completamento della tecnica dello sport considerato.
  • Nella mobilità attiva il soggetto, con la sola forza muscolare, raggiunge la massima escursione articolare in modo autonomo.

Ad esempio, sollevare una gamba e tenerla in alto utilizzando solo i muscoli della gamba.

  • Nella mobilità passiva, invece, il soggetto raggiunge l’escursione articolare con un aiuto esterno. Questo tipo di mobilità è maggiore rispetto alla mobilità attiva.
  • Nella mobilità statica la posizione dell’articolazione viene raggiunta e mantenuta per un certo periodo di tempo.
  • Nella mobilità dinamica la posizione dell’articolazione viene raggiunta attraverso oscillazioni e molleggiamenti, dunque non viene mantenuta in modo statico. Questo tipo di mobilità è maggiore rispetto alla mobilità attiva.

Alcuni esempi di esercizi sulla mobilità articolare sono: le circonduzioni dei fianchi, la remata con rotazione del gomito, le circonduzioni del collo, le circonduzioni delle ginocchia, le circonduzioni della caviglia, le circonduzioni dei polsi e i movimenti dell’anca.

Claudia Messina, III BL