Riflessione sulle periferie

Non mi presento, non scrivo il mio cognome. Non identifica chi sono.
Apro gli occhi e il sole filtra dalla finestra.
La noia mi assale già.
I futuri incerti fanno paura, lo sguardo di chi mi giudica fa paura, il cibo che scarseggia mi fa paura. Mi chiedono: “com’è vivere in periferia?”.
“Bello e brutto”: rispondo. Il mondo fa paura, ma il mondo fuori dalle case popolari fa paura ancora di più.
Devo sopravvivere, sopportare, a volte supplicare con lo sguardo. E chi mi aiuta? Nessuno.
Si cresce con la consapevolezza che “sono diverso, sarò escluso”. Come un meccanismo di sottovalutazione, emarginazione, esclusione. Parole legate fra di loro, come a dire “sono rovinato in partenza”.
C’è chi come me vuole mantenere un’etnia antica, valori ormai rari. 

Voglio scoprire il mondo per scoprire me stessa. Chi appartiene ad una cultura diversa non ne ha modo, ha limiti, e spesso non ha la possibilità di imparare, di scoprire, di capire.
Lunga vita ai ribelli.
Non mi importa, posso farcela. Mio fratello dice che ne varrà la pena, anche se ci vorrà di più.
Non mi piacerebbe forse la normalità? Una passeggiata al mare? Un lavoro? Essere soddisfatti di un esame? O, semplicemente, smetterla di sopravvivere e iniziare a vivere?
Ecco, per tutte queste cose io devo sudare il doppio. Oltre. Diverso da chi? Da nessuno.
C’è un mondo fuori che spesso ci schiaccia, e tu che stai leggendo puoi farcela. Lo so, ti senti soffocare ma puoi farcela. Hai paura? No, non devi.
Non sei sbagliato, vuoi solo vivere ed è bellissimo. 

Il sole fra i palazzi esiste ed è il più luminoso di tutti.

In questa prospettiva, la scuola ha un grande valore e un ruolo fondamentale per aiutare tutti a “uscire fuori” per ritrovare sé stessi. La curiosità e il voler sapere ci portano alla consapevolezza. 

Con un buon uso della testa possiamo andare ovunque. 

Con il sapere possiamo affrontare e abbattere la barriera dell’ignoranza. 

La scuola dà voce e spazio, la scuola dà libertà.

di Virginia Spinelli

Il lavoro di riflessione della studentessa prende spunto da una bella iniziativa realizzata dalla scuola, l’ITS Aterno-Manthonè di Pescara. L’evento, del 25 maggio, ha previsto la partecipazione attiva di tutti gli studenti (corso diurno e serale) alla presentazione on line del volume “GHETTI: L’Italia degli invisibili”, del giornalista ed editorialista del Corriere della Sera Goffredo Buccini, intervistato dal giornalista Paolo Gambescia. 
Hanno introdotto i lavori la Dirigente dell’ITS Aterno-Manthonè, prof.ssa Antonella Sanvitale, e Giancarlo Zappacosta, Dirigente settore cultura Regione Abruzzo curatore progetto INSEGNALIBRO. 
Sono stati presenti i docenti.
La partecipazione è stata aperta a tutta la cittadinanza.
 
L’evento
 
La locandina