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I.C. Biella3 – DaDCreativa – Officina dei fuoriclasse- racconti in staffetta.

Una gita particolare

Era una bella giornata di sole a Londra, gli uccelli cantavano, la gente sembrava spensierata e piena di gioia.

Una famigliola di King’s Road, nel quartiere di Chelsea, come tutte le giornate si è svegliata con una bella canzone, che anche nelle giornate un po’ buie e cupe metteva di buon umore. Quella famiglia era molto amata dai vicini, perché il loro modo di essere, cioè socievoli, gentili e disponibili, dava molta gioia.

Sophie, la figlia di 11 anni, da brava sorella, si incamminò verso la fermata dell’autobus tenendo per mano la sua sorellina di 8 anni Alice, per mostrarle la strada che avrebbe dovuto fare tutte le mattine, intanto Oliver, corse verso casa di Emma, Charles e Sarah, dei loro compagni di classe.

Arrivati alla fermata, arrivò il loro bus che dopo una mezz’ora li fece scendere.

Alice era molto emozionata, non era mai entrata nella scuola dei suoi fratelli, che poi ora, era diventata anche la sua. Salutò i suoi fratelli e i loro amici e prese per mano la sua amica Sarah.

Si ambientarono molto bene all’interno della classe.

Dopo qualche mese fu organizzata addirittura una gita scolastica in cui accaddero cose strane,

La classe di Alice era andata a visitare il museo della scienza. Partirono alle otto di mattina, Alice era seduta sul bus e accanto a lei c’era Sarah. Parlarono tutto il tempo finché non arrivarono a destinazione.

Scesero dal bus e videro questo enorme palazzo con su scritto ”Science Museum”. Alice era entusiasta di entrarvi. Era una vera appassionata. Appena vi misero piede dentro, si avvicinò una guida che si chiamava Betty che spiegò alla classe l’origine, la storia e i contenuti del museo. La classe era al primo piano, mentre Betty spiegava.

Sarah fece notare ad Alice una ragazza che la fissava: indossava jeans neri, una maglietta rosa e delle scarpe bianche. Alice pensò che stava guardando il muro che era dietro di loro. Mentre la classe stava andando in una apposita zona per fare merenda, Alice notò una ragazza identica a Sophie. Non fece in tempo a farla vedere a Sarah che era già sparita. Si sedettero in tre ad un tavolino. Alice tirò fuori i suoi biscotti, Sarah un panino ed Emma dei grissini. Alice era molto pensierosa per quello che era successo e chiese a Emma: “Hai visto anche tu quelle due ragazze? Non posso credere che tu non abbia notato la loro presenza!”. Emma negava e continuava a ribadire che lei non aveva idea di quello che stava dicendo. Possibile che si fosse immaginata tutto? I dubbi cominciavano a metterla in crisi. Alice iniziava a sentirsi insicura e a percepire che qualcosa dentro di lei non stesse funzionando a dovere e che questo la portasse a materializzare i propri pensieri in persone che in realtà non esistevano.

Finita la merenda Alice andò in bagno e di fronte a lei trovò la ragazza con la maglietta rosa. Era appoggiata al muro e stava usando il cellulare.

Alice entrò nel primo bagno, il più lontano da quella ragazza. Quando girò la chiave per uscire, non ci riuscì. Provò a rigirarla e la porta si aprì. Era un po’ agitata e si fece prendere dalla paura. Corse più veloce possibile per arrivare dai suoi compagni. Vide Sarah ed Emma sedute al tavolino e fece un sospiro di sollievo. Si avvicinò a loro e disse: ”Ho rivisto quella ragazza in bagno, è come se sapesse cosa facciamo.”

Sarah iniziava a preoccuparsi mentre Emma pensò che si trattava solo di coincidenze. Alice incalzava le sue amiche con mille domande: “Perché tra tutti i bagni doveva essere proprio in questo? Perché chiudermi la porta? Perché non capite che l’ho vista davvero?”.  Le sue domande non ebbero risposta precisa, ma Emma continuava ad essere scettica riguardo questo argomento.

Alice si ricordò dell’altra ragazza che aveva visto identica a Sophie e tirò fuori l’argomento:” Quando stavamo arrivando qui ho visto una ragazza quasi identica a mia sorella era un sosia!”. Sarah le rispose ridendo: ”Beh, di sicuro non è la cosa più strana che abbiamo visto oggi!”.

La classe si mise in coda per uscire dal museo. Nella hall c’erano dei metal-detector che servivano per assicurarsi che nessuno rubasse nulla, per questo si formava una lunga fila. Finalmente arrivò il turno di Alice che passati i controlli, se ne andò fuori.

Mentre si incamminava continuava a pensare a quello che era successo durante la giornata… ad un tratto sentì delle voci che urlavano: “Ci sei casata!!!”. I compagni della ragazza avevano deciso di farle uno scherzo, sapendo quanto fosse fifona.

Naturalmente Alice tirò un sospiro di sollievo sapendo di non essere inseguita da nessuno o di avere delle visioni, e rimproverò i compagni per averle fatto prendere quell’enorme spavento.

Ilaria Savina, Denisa Anchidin, Elisa Contini, 2E

I.C. Biella3 – Marconi