Ancora non basta!

Nonostante la campagna di informazione messa in atto ormai su tutti i canali rivolti ai giovani, ancora oggi molti ragazzi si trovano ad affrontare vari tipi di difficoltà e ad essere vittima di qualsivoglia forma di bullismo. Il fenomeno del bullismo può essere definito “un’azione che mira deliberatamente a fare del male o a danneggiare; spesso è persistente ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittima” (Sharp e Smith, 1995); o anche “qualsiasi forma di comportamento  offensivo e/o aggressivo messo in atto da un singolo o da un gruppo, ripetutamente e intenzionalmente con lo scopo di esercitare potere o controllo sulla vittima” (Olweus, 1996). Qualsiasi sia la definizione data, si tratta pur sempre di un fenomeno  tristemente molto attuale e quasi giornalmente sentiamo storie di minori coinvolti in episodi di questa natura. La scuola, come tutti i posti di aggregazione, è sicuramente il luogo in cui questi atti di bullismo si verificano maggiormente, soprattutto durante l’orario d’intervallo, all’interno di una mensa, e nel tragitto scuola-casa.

Ma come si presentano i protagonisti (attivi e passivi) di questa attualissima emergenza? Cerchiamo di farne un identikit: indubbiamente la caratteristica che contraddistingue tutti i bulli è l’aggressività, sentono il bisogno di dominare gli altri e si dimostrano spesso impulsivi. Ostentano la loro presunta superiorità, credendo di essere superiori a tutto e a tutti, si arrabbiano molto facilmente. Non rispettano le regole, non tollerano che li si contraddica. Apparentemente molto sicuri di sé, sono solitamente personaggi molto popolari nel circuito dove si muovono. I bulli amano utilizzare mezzi violenti per ottenere i propri scopi. In genere non si interessano molto allo studio, infatti il loro rendimento tende a peggiorare con l’aumentare dell’età, successivamente si manifesterà in loro un atteggiamento negativo nei confronti della scuola. All’interno del gruppo vi possono essere anche i cosiddetti bulli passivi, ovvero i seguaci o sobillatori che non partecipano attivamente agli episodi di bullismo; può anche accadere che alcuni di questi ragazzi si trovino in condizioni familiari non adeguate e questo potrebbe spiegare sia una certa ostilità verso l’ambiente sia la totale assenza di adulti che possano in qualche modo esercitare una qualche forma di controllo sull’operato dei propri figli. Che dire invece della vittima? Molto spesso è una persona che viene considerata “debole”. Solitamente tende a non parlare di questi avvenimenti con i genitori, con i professori od in generale con gli adulti perché se ne vergogna e quindi tiene tutto per sé, è questo l’aspetto più triste delle vicende che sentiamo quasi giornalmente, alcune hanno un finale oltremodo tragico che poteva essere evitato. Tralasciando i vari tipi di bullismo che oggi si possono individuare: bullismo diretto, indiretto, bullismo psicologico, cyberbullismo tutti allo stesso modo pericolosi, ciò che più conta è che si stia creando sempre più una consapevolezza collettiva di quanto il fenomeno sia diffuso e pericoloso. Ecco perché è necessario rendere quanto più visibili e conosciuti tutti gli strumenti che le vittime possono facilmente utilizzare per avere il giusto sostegno ed affrontare le situazioni che apparentemente sembrerebbero insuperabili. Strumenti che risultano utili per rompere il muro psicologico e quella sorta di gabbia mentale che isola la vittima e la fa sentire sola contro un nemico forte ed armato: nessuno deve essere  giudicato per le difficoltà che magari attraversa, al contrario deve essere supportato ed aiutato fino al punto di riuscire ad ribellarsi ai soprusi perché “nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso” (E. Roosevelt)

 

Giada Leonardi, Consolato Ambrogio, Sara Vadalà

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