Coronavirus, anche il mondo della moda è sceso in campo

A fronte dell’emergenza, le aziende di moda si sono mobilitate, dando il via alla produzione di mascherine, camici e respiratori, ma non solo

di Lucrezia Luttazi e Valentina Marinacci

 

Ognuno di noi è in prima linea contro il COVID-19, e mascherine, camici, respiratori e guanti sono la nuova priorità.

In tutta Italia si sono moltiplicate le iniziative delle aziende – un po’ in tutti i settori, dal fashion ai laboratori digitali – che hanno deciso di riconvertire la loro produzione per fornire elementi necessari a sostegno alla lotta contro il virus. Queste sono le premesse che hanno portato il mondo della moda alla riconversione, adattando i macchinari e rivedendo la logistica.

Ad esempio Gucci ha risposto alla domanda della Toscana per la produzione di attrezzature per il personale sanitario, con oltre 1.100.000 mascherine chirurgiche e 55.000 camici donati. Anche Prada, sempre su richiesta della Regione Toscana, ha avviato a marzo 2020 la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine.

All’appello della Regione hanno aderito e si sono attivati pure Fendi, Scervino, Ferragamo, Celine, Richemont e Valentino, con un piano che prevede consegne giornaliere .

In Francia il gruppo LVHM (tra i suoi brand ci sono Dior, Guerlain, Givenchy, Kenzo e Acqua di Parma) ha annunciato che i prodotti della profumeria saranno convertiti gratuitamente in grandi quantità di gel disinfettante per le autorità sanitarie. 

Dopo le gravi notizie sul gran numero di decessi ogni giorno e l’aumento di contagi in Italia, Giorgio Armani ha deciso di donare 1,25 milioni di euro per sostenere gli ospedali italiani, come il Luigi Sacco, il San Raffaele, l’Istituto Spallanzani ed altri, per poter acquistare i macchinari necessari per trattare più pazienti.

Anche il marchio di lusso Bvlgari con la sua donazione ha permesso allo Spallanzani di Roma l’acquisto di un sistema microscopico 3D in grado di fornire immagini all’avanguardia, uno strumento importantissimo per la ricerca.

Tantissime altre sono le aziende che hanno contribuito alla donazione di denaro, come Versace, Valentino, Trussardi, Patrizia Pepe, Elisabetta Franchi…

Purtroppo però il mondo della moda uscirà dalla pandemia molto cambiato: dovranno essere riproposte le collezioni già ideate e prodotte, inoltre sono state cancellate tutte le sfilate. Il primo a farlo è stato Giorgio Armani, sono state cancellate anche le Cruise che si tengono generalmente tra aprile e maggio in giro per il mondo, oltre che il Met Gala e i CFDA Awards.

Anche in Asia sono state annullate le fashion week in Giappone e Cina, ma sono state disponibili in streaming le sfilate visibili sul sito di Tokyo Fashion Week.

È chiaro quindi che la moda italiana (ma non solo) ne uscirà profondamente cambiata, magari migliorata oppure peggiorata, ma ciò che interessa ad ognuno di noi è proprio uscirne al più presto