Le isole Ciclopi: un’area marina protetta ma inquinata 

Ci troviamo ad Aci Trezza, borgo di pescatori in provincia di Catania. Verga ambientò qui il suo romanzo più famoso “I Malavoglia” e anni dopo il regista Luchino Visconti, ispirandosi al capolavoro verista e avvalendosi della gente del posto, girò in questo luogo il film “La terra trema”. 

Locandina del film di Luchino Visconti

Il Museo “Casa del Nespolo”

Il paese si affaccia sul mar Ionio, dinanzi al piccolo arcipelago delle Isole Ciclopi con i suoi Faraglioni e l’Isola Lachea. Il mito racconta che Polifemo, accecato da Ulisse, scagliò contro di lui, ormai in fuga, delle rocce e così che nacquero i Faraglioni che da millenni si ergono dinnanzi alla costa quasi come dei guardiani chiamati a difendere questa terra.


In questo scenario di acqua, di nere rocce vulcaniche e basalti colonnari, nel 2004 venne istituita l’area marina protetta delle Isole Ciclopi, creata al fine di tutelare l’ambiente marino faunistico e vegetale.


Aci Trezza, da semplice borgo di pescatori, negli ultimi decenni si è trasformato in una località turistica che ogni anno accoglie centinaia di turisti attratti dalla bellezza del suo mare.

Un mare che però, purtroppo, è inquinato a causa della presenza di un piccolo porto dove, ogni giorno, transitano pescherecci e motoscafi che gettando le ancore distruggono i fondali. 

Il porticciolo

Il problema più grave è, senza dubbio, la mancanza di un depuratore e gli scarichi fognari vengono riversati direttamente in mare, infatti, nei periodi di maggiore flusso turistico, spesso c’è il divieto di balneazione.



Inoltre, tra le rocce e i ciottoli che caratterizzano la spiaggia di Aci Trezza, troviamo ovunque rifiuti; non solo quelli abbandonati dai villeggianti, ma anche quelli che la corrente porta fin qua. 

 

Un’area marina protetta inquinata è un controsenso, un luogo che dovrebbe essere protetto si sta distruggendo e, nel corso degli anni, ci sono sempre meno specie animali e vegetali, e quello che rimane è comunque a rischio.

Le soluzioni ci sono, fortunatamente è prevista la costruzione di un depuratore, i lavori sono in corso, in questo modo gli scarichi fognari prima di arrivare in mare verranno depurati.

Rimane il problema dei rifiuti presenti nel mare e nella spiaggia.

Ripulire una costa rocciosa è difficoltoso, la pulizia dovrebbe essere giornaliera e soprattutto bisognerebbe evitare di abbandonare i rifiuti tra le rocce, buttandoli negli appositi cestini presenti nel litorale.

Per diminuire la presenza dei rifiuti nei fondali e in superficie, si potrebbe ricorrere alla macchina di Ocean Cleanup, ideata proprio per eliminare la plastica presente in mare aperto.

La macchina è una lunga barriera galleggiante, costituita da un grosso tubo di gomma legato ad un’ancora capace di scendere fino a 600 metri di profondità. Il tubo si apre e va a creare un’ insenatura artificiale, dove i rifiuti, che galleggiano sulla superficie dell’acqua, vengono trattenuti e poi raccolti.

In questo modo le correnti e le frequenti mareggiate non condurranno i rifiuti fino alla costa.

The Ocean Cleanup in azione

La pulizia di questo piccolo angolo di paradiso richiede lo sforzo del singolo e dell’intera collettività.





Beatrice Litteri – Liceo Galilei