Niente pena per il pane

Con l’affettato, il formaggio, le verdure o un po’ di salsa; ma anche con la marmellata o la cioccolata e perché no, da solo, semplice e appena sfornato: tutti amano il pane.
L’84% degli italiani lo consuma abitualmente, ma alla fine ammontano solo a 41 i kilogrammi annuali pro capite dello stivale, mentre in Romania sono più del doppio (88 kg). 57 kg per l’Olanda, 52 kg per la Polonia, 47 kg per la Francia e 43 kg per il Regno Unito; questi sono i dati finali che emergono dal sondaggio online realizzato dall’Italmopa (Associazione Industriale Mugnai d’Italia) tramite il portale www.infofarine.it.
In rapporto alle tavole straniere, quelle italiane hanno visto una riduzione di oltre i due terzi nella consumazione panificia, tant’è vero che dal 1980 si è perso il 40% della produzione artigianale di pane italiano e in tutto lo stivale si contano circa 3000 imprese di produzione e meno di 1000 punti vendita. Ciò si deve sicuramente alla diffusa “carbofobia” che ha provocato la moda delle diete keto o low-carb, secondo cui l’eliminazione totale dal proprio regime alimentare di ogni carboidrato (pane, banane, patate, etc.) porterebbe ad un dimagrimento veloce oltreché ad un miglioramento di salute. Ma è davvero così?
Pancia piatta, leggerezza ed energia, tutte promesse che non si realizzeranno. Infatti il pane è uno dei soggetti preferiti per le fake news, eppure “è alla base della nostra alimentazione e del modello alimentare mediterraneo” chiarisce la biologa nutrizionista Elisabetta Bernardi. D’altronde anche uno studio recentemente pubblicato su The Lancet e condotto dagli esperti del Brigham and Women’s Hospital di Boston, insieme ad altri centri di ricerca americani, hanno confermato che un consumo moderato di carboidrati (fra il 50% e il 55% dell’apporto calorico giornaliero di un’individuo) diminuisce il rischio di mortalità. Tant’è vero che mentre il pane si allontanava dai nostri piatti, l’obesità è aumentata dell’11%!
L’assenza di carboidrati e zuccheri porta inoltre a condizioni di stanchezza cronica, disidratazione, nausea, disturbi intestinali e dell’umore; inoltre dopo un prolungato periodo di dieta low-carb i nostri reni cedono, sovraccaricati da un’eccesso di proteine. Come spiega il dirigente di ricerca Crea-alimenti e Nutrizione Andrea Ghiselli “Le linee guida per una sana alimentazione raccomandano un maggiore consumo di cereali, soprattutto integrali”. Infatti il pane multicereale ha un apporto maggiore di fibre grazie all’uso di farine integrali, di segale o di avena, che aumentano il senso di sazietà, migliorano il transito intestinale e tengono sotto controllo il colesterolo e la glicemia. In tal caso però è meglio optare per le farine bio che, al di là della moda, non contengono sostanze additive di sintesi (spesso aggiunte per rendere il prodotto più gradevole e soffice) né fertilizzanti o diserbanti.
Quale che sia la scelta che facciamo, il consumo di pane è importante per il nostro benessere, più di quello di cracker e grissini, il cui contenuto calorico e salino è nettamente superiore. La quantità rimane pur sempre soggettiva e va bilanciata con quella di pasta e di patate assunta quotidianamente, ma mai bisognerebbe rinunciare ad una fetta di pane!
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze