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La velocità internet si piega, ma non si spezza per il coronavirus: i dati italiani

Secondo un recente studio Sostariffe.it, che conferma quello di Ookla di marzo, la velocità di internet è calata del 25% a causa del lockdown. L’aumento del traffico pesa, ma tende a stabilizzarsi, come rileva Agcom.
Una buona notizia è che non ci sono stati disservizi nonostante il boom del traffico, e addirittura la velocità complessiva quest’anno è ancora migliore rispetto allo stesso periodo del 2019, grazie all’aumento degli abbonati banda ultra larga. Gli osservatori Agcom e Idate ne segnalano un forte aumento, secondo Idate del 45 per cento in un anno. Sono il 55 per cento del totale degli utenti internet da casa ora (secondo Agcom). La maggioranza insomma ha una linea per navigare potenzialmente molto veloce in rete (da 30 Megabit in su).
Il risultato è che crescono le velocità medie su base annua: tra gennaio-aprile 2019 e lo stesso periodo del 2020 è un aumento del 32,03 per cento (nota SosTariffe). Si è passati infatti da una velocità di download media di 33,06 megabit al secondo a 43,65 mb/s.
Inoltre, sono in molti coloro che si abbonano alla fibra, tendenza già innescata nel 2019, proprio per il bisogno di fare più cose (e meglio) con internet a casa.
La velocità non è cresciuta in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, tuttavia. Nella classifica delle regioni d’Italia più rapide sul web ne svettano tre. Al primo posto troviamo la Campania, che quest’anno viaggia attorno a 64,9 mb/s (+83,64%). A seguire c’è il Lazio, dove la velocità ha fatto rilevare un’impennata del 70,51% (dai 30,42 mb/s del 2019 ai 51,87 del 2020). L’Umbria ne eguaglia i progressi (+70,06%), seguita dal Molise, che pur viaggiando a ritmi assai più bassi, ha migliorato di tanto le proprie prestazioni (+52,03%).
Le regioni che hanno subito i maggiori rallentamenti durante il lockdown, invece, sono state Emilia Romagna (-46, 26%), Umbria (-43, 83%) e Sicilia (-40,15%).
I dati Agcom segnalano che in media nei mesi del lockdown il traffico dati su fisso è aumentato del 10 per cento; poco meno sul mobile. Il picco è stato nella settimana del 9-15 marzo, quando la crescita del traffico dati fisso è stata del 35 per cento.
Ci stiamo quindi stabilizzando, con un aumento di traffico ormai gestibile dalla rete e dagli operatori.
Chi dovesse sperimentare rallentamenti tali da pregiudicare il proprio utilizzo di internet – per streaming, video conferenze etc. – potrebbe valutare il passaggio a una tecnologia superiore. È possibile anche fare un test con Nemesys (Misurainternet.it) per accertarsi che l’operatore rispetti i minimi contrattuali; in caso contrario, si può fare un reclamo ed eventualmente così spingere l’operatore a intervenire a costo zero.
Sofia Ventura / Liceo Classico Galileo di Firenze