Ascolta la luna

“Ascolta la luna” è stato scritto da Micheal Morpugo nel 2014 ed è ambientato nel maggio 1915, durante la prima guerra mondiale, nell’arcipelago delle Scilly. Qui Alfie e suo padre Jim (Jimbo), durante una mattinata di pesca, sentono dei rumori o meglio delle lamentele che sembrano provenire vicino al lazzaretto a St Helen’s. Decidono di andare incontro a questi rumori e vedono una piccola figura rannicchiata con la testa sulle gambe a singhiozzare e, non sapendo cosa fare, decidono di portarla a casa loro, in modo tale da capire un pó chi sia la bambina. Arrivati a casa chiedono consiglio a Mary, la mamma di Alfie; attorno alla casa però si raduna un capannello di persone intente a chiacchierare per capire cosa fosse successo, finché non arriva il dottor Crow che manda via tutti ed esamina le ferite e lo stato di salute della bambina. Il dottore arriva alla conclusione che la povera smarrita, che non spiccicava parola, aveva una febbre da cavallo e che le ferite molto probabilmente erano infette. Il giorno dopo Jim mandó il cugino Dave a vedere se dove aveva trovato la bambina c’era qualcun altro ma fortunatamente non c’era nessuno, solo un piccola coperta grigia con una scritta insolita ovvero Wilhelm. Da qui partirono le più assurde ipotesi, che la bambina fosse una dannata figlia del Kaiser, o che fosse un fantasma o anche una spia tedesca (visto che la coperta era tedesca e pensavano fosse la sua) e addirittura che fosse una sirena venuta dal mare. Sulla coperta c’era anche un peluche di un orsetto bianco. Lucy, lucy era l’unica parola che disse la bambina in quei giorni, non si sapeva nulla di lei; se ne stava tutta sola soletta nel suo letto in soffitta e mangiava lentamente il cibo che Mary le portava, canticchiando una canzone davanti alla finestrella e ammirando la luna. Ogni tanto sentiva cosa aveva fatto a scuola Alfie, il quale le parlava sempre appena tornato a casa. Lucy continuava a non parlare e Mery a volte cercava di farla scendere al piano di sotto ma nulla, la bambina restava tutto il tempo nella sua nuova cameretta. Un giorno arrivò il dottor Crow che, visto il comportamento di Lucy, consigliò di far sentire la musica alla piccola col grammofono. Tutti acconsentirono e pochi giorni dopo il dottore si presentò col tanto famigerato grammofono, mise un disco, dicendo che la musica molto spesso aiuta, come aveva aiutato in passato Billy, il fratello di Mary. Billy, infatti, dopo aver perso la moglie ed il figlio in seguito al parto, per il senso di colpa, (anche se naturalmente non ne aveva alcuna), stava diventando pazzo ed era stata proprio la musica a salvarlo. Giorno dopo giorno la piccola cominciò a fare progressi: era vero che il grammofono aiutava! ogni tanto scendeva giù e si metteva anche a mangiare a tavola con la famiglia Wheatcroft. C’era una canzone in particolare che sembrava piacera alla piccola Lucy, l’andante grazioso di Mozart. A questo punto, come un flash back, ha inizio la storia di una ragazza di nome Merry Macintyre, il cui padre, partito in guerra, aveva mandato una lettera per dire di aver avuto un infortunio. Nella lettera c’era scritta una cosa per Merry da parte del padre, “OGNI VOLTA CHE SENTIRAI L’ANDANTE GRAZIOSO GUARDERAI LA LUNA E PENSERAI A ME”. La madre e Merry decisero di partire per andare a trovare il padre, così fecero le valige e salirono su una barca. Queste due storie sembrano collegate: da una parte una bambina smarrita e dall’altra una che non vede il padre da tempo a causa della guerra. Ma questa storia non finisce qui. Lucy dopo tanto tempo inzia a conoscere meglio Alfie e anche il piccolo cavallino della famiglia, Peg. Un giorno, che sembrava apparentemente uguale agli altri, lo zio Billy prese la sua Hispaniola (ovvero la sua barca) e partì senza dire nulla. Mary e Jim pensavano fosse nel suo capanno ma nulla. Passarono svariati giorni ma dello zio Billy non c’era nessuna traccia, finché dopo quattro lunghi giorni in lontananza si vide la Hispaniola ma insieme allo zio c’erano due uomini o meglio due marinai, uno morto e uno vivo. Il dottore decise di portare a casa dei Wheatcroft lo zio e il marinaio: poco dopo bussarono Mary con Alfie e Jim e entrarono in casa. Lo zio iniziò a raccontare cosa era successo, spiegò che la barca era stata bloccata dalla bonaccia e lui si era addormentato. A svegliarlo era stata la voce di un ragazzo: in lontananza vide due marinai su una zattera e li portò con se’; il marinaio però, prima di entrare in casa dei Wheatcroft, cercava una bambina con una coperta e un peluche; così scoprirono che quell’uomo tempo prima aveva salvato la vita a Lucy che a quanto pare era una passeggera del Luisitania che stava affondando. Questa era la barca che stava trasportando Merry e sua mamma quando partirono per andare a visitare il padre. Alla fine del racconto tutti iniziarono a fissare Lucy perché si aspettavano una reazione, reazione che dopo poco arrivò. La piccola Lucy diede la coperta al dottore e disse che finalmente riusciva a parlare. Disse:”IO NON SONO LUCY LA SMARRITA, IO SONO MERRY MACINTYRE”. Raccontò che era di New York e che stava andando a trovare il padre che era stato ferito in guerra, che la madre era morta durante il viaggio in nave e che Lucy era il nome che il migliore amico aveva dato alla barca su cui viaggiavano (non Lucy ma Lusy con la S perché il nome della barca è Luisitania). Ed ecco il collegamento tra le due storie, che alla fine si è rivelata essere una sola. Dopo il racconto il dottore cercò il padre di Merry e scoprì che era vivo e si trovava in Belgio. Un giorno Alfie insistette per portare Merry a casa ma superarono la fattoria e scesero al porto. Arrivati Lì, tra tutte le persone dell’isola, videro un uomo in divisa e Merry capì che quello era suo padre. Corse ad abbracciarlo e rimasero per 2 giorni insieme, poi però l’uomo ripartì senza Merry. Passarono tre anni e Merry si innamoró di Alfie ma se ne accorse solo quando anch’egli partì in guerra nel 1917. Finita la guerra il padre le chiese di andare a vivere con lui, ma Merry aveva deciso di sposarsi con Alfie e rimanere lì. Cinque anni dopo, i due si trasferirono a New York dove raggiunsero il padre di lei. Il libro finisce così. Sarebbe bello sapere che fine hanno fatto Merry e Alfie, chissà magari un giorno lo sapremo e per ora aspetteremo con ansia. Il libro è fatto bene, mi è piaciuto molto come è scritto, anche se all’inizio non mi era chiaro il collegamento tra Merry e Lucy. Non ho pianto ma nemmeno sorriso: all’inizio sembra triste come storia, ma alla fine si rivela più o meno allegra. Secondo me lo scrittore vuole farci capire che dietro ogni persona si nasconde una storia, per esempio dietro a Merry si nasconde una storia triste, una bambina piccola che perde la madre e per poco anche il padre, abbandonata dietro al lazzaretto con uno straccio di vestito e una misera coperta. Spesso tutti giudicano una persona senza conoscere la sua storia; ad esempio può capitare che dietro una persona scontrosa si nasconde una storia di abbandono e, talvolta, la rabbia nei confronti dei genitori si riversa sugli altri .
Il personaggio principale è Merry, quello secondario è Alfie ma sono importanti anche Jim e Mary. Il mio personaggio preferito è proprio Lucy che ha vissuto una vita triste ma ha continuato a vivere a testa alta, invece la mia scena preferita è il finale perché lei si sposa con Alfie e trova la felicità. La frase che invece mi ha colpita di più è quando lei incontra il padre e sembra che il libro finisca così: “non c’è mai una fine, perché ci sono sempre nuovi inizi”, cioè anche quando sembra che tutto sia finito c’è qualcosa di nuovo e di bello che inizia. Vorrei dire infine che stimo molto lo scrittore, io non sarei riuscita a scrivere una storia simile senza commuovermi, perché si prova tutt’altra emozione quando si scrive, leggere è un’altra cosa…

Sofia Nasti 1H… Quasi 2H ☺️