La prima volta non si scorda mai – Racconto

La prima volta che andai allo stadio fu qualche annetto fa con mio cugino, il suo babbo e il mio. Non c’ero mai stato allo stadio e non mi ero mai interessato di calcio fino a quel caldo giorno di inizio marzo del 2013, in cui successe qualcosa che non mi sarei mai immaginato nel momento in cui ero uscito di casa diretto all’Artemio Franchi. Quel giorno dentro di me infatti si accese come una torcia, che da allora non ha mai accennato a spegnersi: nel mio cuore fino a quel soleggiato pomeriggio di inizio marzo non c’era mai stata un’altra passione da vivere momento per momento, come un’avventura senza fine, il calcio.
Ma ecco che arriva il fischio del calcio di inizio proprio mentre io e mio cugino stavamo giocando. A me successe di ritrovarmi immediatamente stregato dal gioco, che vedevo benissimo, dato che mi trovavo in tribuna e avevo l’impressione di stare dentro le azioni, tanto ero vicino ai giocatori. Andò più o meno così: l’arbitro quasi all’inizio della partita fischia un fallo a favore della Fiorentina, il giocatore Pasqual si mette in posizione pronto per tirare, inizia a prendere i passi giusti e… il pallone finisce in rete con una splendida pennellata al giro sul primo palo, mentre io esplodo di gioia vedendo il mio primo goal dal vivo in tutta la mia vita. Dopo il goal ci sono state occasioni incredibili da tutte e due le parti del campo, il che che rendeva la partita ancora più emozionante e appassionante per gli spettatori come me. Purtroppo il Chievo non mollava la presa e durante la ripresa segna Cofie pareggiando i conti. Si preannunciava una partita divertente, con tante occasioni che sono state sprecate un po’ troppo soprattutto dalla squadra di casa, la Fiorentina, il che mi faceva parecchia rabbia (ero già diventato un tifoso e stavo già soffrendo per la squadra). Poi, come nelle fiabe, è arrivato il lieto fine che ogni bambino vorrebbe ascoltare: a dieci minuti dalla fine arriva il colpo vincente di testa di Larrondo da un cross dalla destra su un calcio di punizione. Tirai un sospiro di sollievo, anche se la partita non era finita del tutto e avevamo a che fare con degli avversari che proprio non volevano arrendersi mai. A un certo punto per fortuna l’arbitro mette il fischietto tra le labbra e fischia finalmente la conclusione della partita, dopo che noi avevamo trattenuto il fiato dall’ansia per più di metà del secondo tempo!
All’uscita dallo stadio in me era già sbocciato un vero e proprio amore per il calcio, lo stesso amore che mi divideva da mio cugino per il fatto che non aveva seguito nemmeno un minuto di partita, standosene a giocare all’entrata del Franchi con un pallone che era pure sgonfio. Comunque, grazie a quella partita a cui tra l’altro mio babbo era stato invitato, il calcio ha iniziato a piacermi e ad interessarmi, infatti l’anno dopo per me arrivò anche il momento di provarlo a praticare dopo aver tentato in precedenza una marea di sport che avevo puntualmente abbandonato. Cominciai a giocare nella squadra del Firenze Sud, dove iniziai a tirare i primi calci al pallone. Ci rimasi soltanto per qualche mese e in seguito andai alla Sales, che come squadra non mi piacque un granché. Quindi dopo un breve intervallo passai alla Gaetano D’Agostino, una squadra che pareva nata per scomparire subito, in quanto non potevamo più allenarci nei campi perché la Fiorentina Women ce li aveva soffiati e non ci si potevamo più allenare lì. La presidentessa della società cambiò nome alla squadra in EduFirenze e trovò il modo di farci allenare nel centro tecnico dell’Italia rendendo me e i miei compagni felicissimi per questa sconvolgente notizia. Dunque entrai a far parte dell’EduFirenze, dove ho vissuto e giocato tante partite tra cui una in particolare che mi è rimasta impressa nella mente da tempo, perché sono stato autore di una quadrupletta contro l’Impruneta. Quella fu una partita importante sia per me che per la mia squadra perché grazie a un goal mio feci vincere la mia squadra per una rete di scarto, facendo finire la partita 5-4 a favore nostro. Fu una bella soddisfazione far vincere la mia squadra grazie ai miei quattro goal e questa partita rimarrà per me come un tatuaggio della mia storia calcistica. Purtroppo dopo un anno buio all’Edu ci fu il ritorno al Firenze Sud dove attualmente gioco e dove spero di diventare uno dei protagonisti di questa squadra!
Pietro / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze