Covid19 e la scuola

Agli inizi di aprile, quando il covid-19 iniziò a diffondersi rapidamente, più del 90% degli studenti non poté frequentare la scuola. Da quel momento questa percentuale si è ridotta di un terzo dato che molte scuole in Europa e nell’Estremo Oriente hanno riaperto. Ma altrove il miglioramento è lento. Alcuni distretti scolastici americani, inclusi Los Angeles e San Diego, hanno intenzione di offrire solo didattica a distanza nel nuovo anno scolastico. Il governo del Kenya ha cancellato l’intero anno scolastico, lasciando i giovani inattivi fino a gennaio. Nelle Filippine il Presidente Rodrigo Duterte afferma che non lascerà nessun studente rientrare in aula fino a quando non sarà trovato un vaccino. Il Sudafrica ha riaperto i casinò ma solo una parte delle scuole.

Molti genitori sono comprensibilmente preoccupati rispetto alla prospettiva di una riapertura delle scuole. Il virus è una novità ed è ancora poco studiato. Le scuole sono grandi e affollate. I bambini non rispetteranno il distanziamento sociale. La cautela è quindi d’obbligo, specialmente quando i casi sono in aumento.

Il nuovo coronavirus rappresenta un basso rischio per i bambini. Gli studi scientifici indicano che i minorenni hanno dal 30 al 50% di probabilità in meno di contrarre il virus. I bambini al di sotto dei dieci anni di età hanno mille volte meno probabilità di morire di qualcuno di età compresa tra 70 e 79 anni.

I costi della non frequentazione delle scuole sono altissimi. I bambini imparano meno e perdono l’abitudine all’apprendimento. L’insegnamento a distanza è un pessimo sostituto delle lezioni in presenza. I bambini poveri, che nella maggioranza dei casi non hanno accesso ad una buona rete Wi-Fi e hanno genitori meno acculturati, sono svantaggiati rispetto ai loro compagni provenienti da famiglie più abbienti. I genitori che non sanno dove lasciare i propri figli hanno difficoltà a ritornare al lavoro. I bambini al di fuori della scuola hanno maggiore probabilità di soffrire di malnutrizione, abusi e scarsa salute mentale.

L’istruzione è la strada migliore per evitare la povertà. Privarne i bambini li condurrà a una vita più povera, più breve e meno soddisfacente. La Banca Mondiale stima che cinque mesi di chiusura delle scuole sottrarranno ai bambini nel corso della loro vita 10.000 miliardi di dollari, equivalenti al 7% del prodotto lordo attuale mondiale. A fronte di potenziali perdite talmente catastrofiche i governi dovrebbero quindi escogitare metodi efficaci per riaprire le scuole non appena possibile dal punto di vista sanitario.

Riaprire le scuole di tutto il mondo in sicurezza sarà costoso. Oltre a miliardi di contenitori di igienizzante per le mani, sarà necessaria un’attenta organizzazione, orari flessibili e assistenza per coloro che non sono stati capaci di organizzarsi in modo adeguato. I paesi ricchi dovranno aiutare quelli poveri per coprire alcuni dei costi. Per quanto notevoli, questi costi non sono niente in confronto a quelli derivanti dal lasciare crescere nell’ignoranza la più grande generazione della storia umana.

 

Ottavia Cavazza