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Minimizzare i rigurgiti fascisti può essere molto pericoloso.

Vincenzo Musacchio, giurista, professore di diritto penale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Discepolo di Giuliano Vassalli e allievo di Antonino Caponnetto.

Intervista rielaborata a seguito della video-conferenza con la “Scuola Diffusa dei Quartieri Spagnoli” di Napoli.

“I rigurgiti fascisti stanno diventando sempre più numerosi in questi ultimi anni”. “La politica non può far finta di niente”.

La sottovalutazione di alcune manifestazioni che rievocano il fascismo può costituire un pericolo per la nostra democrazia? Cosa ne pensa?

Penso che minimizzare i nuovi rigurgiti fascisti possa essere molto pericoloso. Fra il diritto di manifestare il proprio pensiero e il diritto di difendersi da chi tenta di destabilizzare la democrazia ritengo ci sia una sostanziale differenza. Siamo spesso di fronte a comportamenti pericolosi perché s’infrange sempre più di frequente la prima regola di una democrazia: il rispetto della legalità. Oggi, tuttavia, chi è minoranza pensa di poter dettare legge senza più rispetto di quelle regole democratiche che in Italia vedono la centralità del Parlamento e il rispetto della Costituzione.

Secondo lei quanto sono importanti le testimonianze di chi ha vissuto i tempi del fascismo?

Importantissime, direi determinanti. La scarsità di testimoni diretti, per questioni anagrafiche, che vissero il fascismo, la sua violenza, l’intolleranza, le leggi razziali, lo sterminio degli ebrei, costituisce oggi un grosso vulnus culturale e storico. I figli di quella generazione hanno lasciato il loro testamento morale, ora tocca alle nuove generazioni fare in modo che la loro eredità non vada perduta.

Occorrerebbe una repressione penale più profonda?

Da studioso del diritto penale da oltre trent’anni, sono convinto che l’intervento della magistratura e la criminalizzazione da soli non servano a risolvere il problema. Il rispetto dei valori democratici è in primis una questione culturale e politica. “Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo” è una frase simbolo di democrazia ma non è un cardine assoluto e non può esserlo. Se nelle manifestazioni dove si attua l’apologia del fascismo, partecipano rappresentanti delle istituzioni pubbliche: parlamentari, consiglieri, assessori, di fronte a simili circostanze, c’è da preoccuparsi e non poco. La politica per quanto democratica possa essere non può assecondare simili manifestazioni vietate dalla legge.

Quindi cosa dovrebbero fare i politici una volta eletti in pubbliche assemblee?

Espletare la loro funzione che prevede in maniera categorica il rispetto dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana sulla quale peraltro giurano. Nonostante sia convintamente antifascista, ritengo che la Liberazione non sia stata “rose e viole”, tuttavia, sono consapevole che storicamente vada spiegato ai più giovani che, nella Resistenza, c’era chi combatteva per la libertà, nel Fascismo, chi voleva la dittatura e l’oppressione di ogni libertà.

Se non solo col diritto penale con cos’altro vanno combattuti questi rigurgiti fascisti?

Senza dubbio alcuno con una buona educazione civica, familiare e scolastica, che spieghi ai più giovani cosa sia stato il Fascismo e che gli italiani non sono sempre stati “brava gente”. Il fascismo ha usato i gas come i nazisti. Ha approvato e applicato le leggi razziali. La mia maestra delle elementari mi diceva sempre che la storia è maestra di vita (lo diceva in latino). Aveva ragione da vendere. Conoscere gli avvenimenti storici a volte può essere più utile di quanto non si possa immaginare.

Secondo lei oggi gli italiani sono sensibili a queste degenerazioni?

No. Lo dico sulla base di molte deformazioni sociali e culturali che opprimono la difesa dei diritti della persona umana. Potrei fare mille esempi in mille contesti: eutanasia, procreazione assistita, omosessualità, immigrazione, coppie di fatto e così via. La miglior risposta ai rigurgiti fascisti è il rispetto della persona umana e la condanna e l’isolamento immediato di tutti quei comportamenti discriminatori che ci riportano all’immagine del “nemico” ad ogni costo, espressione della propaganda fascista e nazista del secolo scorso.  Chiudo con la preoccupazione di Andrea Camilleri: “Il Fascismo va fermato a tempo. Il Fascismo è un vacillo mutante, può tornare. La strategia della paura fa il suo effetto, ogni giorno, il momento è molto pericoloso. C’è una voglia di fascismo in tutta Europa e bisogna stare molto attenti”. Invito il lettore alla riflessione su queste sue parole.