Maradona, morta la leggenda del calcio mondiale

NAPOLI E IL MONDO IN LUTTO PER LA MORTE DI DIEGO ARMANDO MARADONA

Alcune settimane dopo l’intervento subito per rimuovere un ematoma subdurale, Diego Armando Maradona muore per un arresto cardiaco

Nella giornata del 25 novembre 2020 la vita di Diego Armando Maradona si interrompeva improvvisamente a causa di un arresto cardiaco. Il 30 ottobre, per un malore improvviso, veniva portato d’urgenza in ospedale e da lì operato al cervello. Successivamente, tornato a casa a Tigre, in Argentina, Diego era seguito da un’equipe medica ventiquattro ore al giorno. A nulla, però, era servito il suo intervento né quello dell’ambulanza: ormai il campione ci aveva già lasciato.
La grandezza di Diego non stava soltanto nelle sue incomparabili abilità sportive, ma anche nel suo temperamento, nella sua vita tormentata e nella sua carismatica capacità di farsi voler bene. Egli è stato tanto esaltante nello sport quanto problematico nella vita privata: è stato un ‘eroe umano’ e byroniano – ossia un eroe imperfetto che possiede grande talento e passione ma che prova avversione verso l’alto rango e i suoi privilegi – perché si è mostrato al mondo debole, fragile, suscettibile alle tentazioni della vita, ma anche generoso, umile e spontaneo.
Nato a Lanús nel 30 di ottobre del 1960 in un contesto molto difficile e povero, quinto di otto figli che vivevano insieme in una sola stanza, pur riconoscendo sin da piccolo enormi abilità nel calcio, la sua famiglia non aveva neppure i soldi dell’autobus per portarlo agli allenamenti; proprio per questo motivo l’allenatore, alla fine di ogni allenamento, gli comprava un panino e una bottiglia di Coca-Cola perché sapeva che quando sarebbe tornato a casa non avrebbe avuto niente da mangiare.
Maradona iniziò a giocare a calcio nell’Estrella Roja ed era fin da subito uno dei talenti più apprezzati. Poiché erano già a conoscenza delle sue doti, venne soprannominato “Pelusa” da tutti i componenti della squadra. Fu il migliore amico di Maradona, Goyo Carrizio, a farlo partecipare ad una selezione nelle giovanili dell’Argentinos Juniors, squadra di Buenos Aires.
La vera carriera da professionista iniziò nel 1976 con l’Argentinos Juniors, quando debuttò con la maglia numero 16 e divenne il primo giovane nella prima divisione argentina. Nel 1979 e nel 1980 vinse il Pallone d’Oro sudamericano, il premio più alto a cui un giocatore del continente possa ambire. Ormai Maradona era una stella del calcio e fu così che il 5 giugno 1982 diventò un giocatore dell’FC Barcelona. La stagione 1983-1984 cominciò al meglio: a settembre, contro il Magdeburgo, una squadra tedesca, Maradona segnò una tripletta e fece vincere il Barça. Egli condusse il Barcellona a sei risultati utili consecutivi e giocò 16 partite in cui segnò 11 goal. A causa di un infortunio alle caviglie, per un periodo stette fuori e da quel momento iniziarono i suoi problemi con la droga.
Quando si riprese completamente, Maradona fu ingaggiato dalla società italiana del Napoli, all’epoca, per 13 miliardi e mezzo di lire. La trattativa durò circa un mese e il denaro non venne versato interamente in un primo momento. Così il 5 luglio 1984 Maradona venne presentato ufficialmente allo stadio San Paolo e fu accolto con grande affetto e commozione da almeno 80.000 persone. Nella prima stagione il Napoli
raggiunse l’ottava posizione, mentre l’anno successivo ottenne l’ultimo gradino del podio. Nella stagione dell’anno 1986-1987 il Napoli vinse il suo primo scudetto e nello stesso anno raccolse il successo anche nei mondiali, che vinse con l’Argentina. Famoso è il suo goal segnato con la mano: Maradona disse che avvenne grazie all’aiuto di Dio, e per questo motivo venne soprannominato “Mano de Dios”.
Oltre al primo scudetto della storia, il Napoli con Maradona vinse la terza Coppa Italia, la Coppa UEFA, un secondo scudetto e la Supercoppa italiana 1990.
L’esperienza italiana di Maradona finì il 17 marzo 1991 quando risultò positivo alla cocaina in un test antidoping al termine di Napoli-Bari. Squalificato, tornò poi a giocare nel Siviglia nel 1992. Dopo la sua avventura col Siviglia tornò a giocare in Argentina, nel Newell’s Old Boys, e si qualificò ai mondiali del 1994. Iniziò con le giuste premesse in quanto l’Argentina vinse 4-0 a Boston contro la Grecia e 2-1 contro la Nigeria. Ancora una volta l’esito positivo di un controllo antidoping fermò la carriera di Maradona, però questa volta non per la cocaina, ma per l’efedrina. Singolare è la scena in cui un’infermiera, in campo, in presenza di tutto il pubblico, prese per mano Maradona e lo portò via dal campo. Mai nella storia calcistica è stato compiuto un atto simile, così plateale.
Parallelamente alla serie di successi sportivi, nella sua vita privata la situazione non è stata delle migliori. Dalle testimonianze giornalistiche, lo scandalo del figlio illegittimo a Napoli aveva modificato l’aspetto fisico e la condizione psichica di Maradona, infatti alcuni attribuiscono a questo increscioso evento i problemi che ha avuto con la droga. Maradona, però, per gli eccessi col cibo, cocaina e alcol peggiorò gravemente la propria salute, al punto da dover subire vari interventi chirurgici e ricoveri ospedalieri, oltre a piani di disintossicazione. A causa di vari aumenti di peso, nel 2005 e nel 2015 ha dovuto subire due bypass gastrici.
Maradona è stato colui che ha incitato Napoli ad essere se stessa e a non vergognarsi di niente. È stato il riscatto di Napoli, ma non solo sul profilo calcistico, anche su quello socio-culturale. Diego ha sempre amato Napoli, anche se quando viveva in questa città si sentiva un po’ soffocato: si sentiva un pesce in una boccia di vetro poiché ovunque andava i tifosi lo “aggredivano”; era ed è tuttora considerato il “Dio” di Napoli, addirittura si diceva che fosse più miracoloso di San Gennaro. Diversi sostenitori di Maradona, ossia Hermán Amez, Héctor Capomar, Alejandro Verón e Federico Canepa, hanno fondato, per le sue immense doti calcistiche, quasi divine, nel 1998 nella città di Rosario in Argentina una religione monoteista che ha come divinità proprio Maradona, e i suoi seguaci sono chiamati “maradoniani”, mentre la Terrasanta è l’Argentina. Anche il calendario è stato modificato, perché non si parte più dalla nascita di Cristo nell’anno 0, ma dalla nascita di Maradona nell’anno 0, che corrisponde al 1960. Quindi il 2020 è il 60 D.D. (Despues de Diego, dopo Diego in italiano). Questa “religione” possiede dei propri sacramenti e delle preghiere che costituiscono una parodia del cristianesimo. Inizialmente nacque come uno scherzo, ma questo “culto” ha oggi raggiunto quasi 1.000.000 di seguaci in più di 60 paesi nel mondo e alcuni di questi seguaci sono Ronaldinho, Lionel Messi e Michael Owen.
Per i napoletani Diego è un personaggio particolarmente importante, perché lui ha scelto la città, lui ha riportato il Napoli alla gloria calcistica, lui ha restituito a Napoli una gioia che se da un lato è meramente sportiva, dall’altro è un riscatto anche sul profilo sociale. Citando le parole di del Piero: “Credo che uno dei grandi privilegi di chi fa questo mestiere sia dare felicità alla gente, e lui certamente rappresenta meglio di tutti questo concetto”. Il connubio tra Napoli e Maradona non si è mai sciolto, da ambo le parti. Maradona ha continuato a tifare Napoli anche quando è andato via dall’Italia, quando si è fermato come calciatore o come sportivo. Da qui la prevedibile reazione del pubblico
napoletano alla sua morte: in migliaia si sono recati allo stadio per presenziare simbolicamente alla sua bara, tappezzando la città di cartelloni in suo onore. Immediatamente, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha scritto sui social: “Dedichiamo subito lo stadio a Maradona” e ciò ha provocato un grande fervore “religioso” tra i napoletani, che si sono rivelati ampiamente d’accordo con lui. Infatti, su tutte le enciclopedie online lo stadio San Paolo è stato rinominato “stadio Diego Armando Maradona”, e l’inaugurazione avverrà domenica 13 dicembre. Non solo lo stadio, il comune di Napoli vorrebbe dedicargli anche una statua e una piazza. Maradona ovviamente possedeva grandi ricchezze: palazzi, scuole calcio, abitazioni ecc. e i suoi “cari” ne hanno sempre approfittato. Varie persone vicine a lui hanno dichiarato che bastava chiedere aiuti economici a Maradona che lui immediatamente sborsava. L’ultimo messaggio di Maradona dice esplicitamente: “Invecchio e tutti pensano alla mia eredità”, cosa vera, perché oggi sono spuntati tantissimi ragazzi che pensano di essere suoi figli e uno di loro ha chiesto di poter riesumare il corpo del fuoriclasse per effettuare un test del DNA e verificarne la familiarità. Riguardo al corpo di Maradona, due dipendenti delle pompe funebri hanno aperto la tomba e hanno scattato una foto col cadavere, per questo sono stati accusati di profanazione della salma. Inutile dire che tra il 25 e il 28 novembre i vari social sono stati intasati da dediche e immagini in suo onore, ma non è raro vederne altre ancora oggi, perché Maradona è stato, con i suoi tanti difetti, ma anche con i suoi infiniti pregi, il più grande calciatore dell’umanità.

Martina Mennella e Andrea Romano 2Q classico Cambridge 2.0 – liceo Vico Napoli