Mary Stuart: desiderata e odiata

Mary Stuart fu regina di Scozia dal 1542 al al 1567. Figlia di Giacomo V e Maria di Guisa, divenne sovrana a soli sei giorni di vita. Il suo cognome era Stewart, ma lo rese Stuart con la grafia francese.

Era una donna intelligente e bella, molto corteggiata. Il suo unico difetto però era l’altezza. Troppo alta per gli standard di quell’epoca, ben un metro e ottanta. Apprezzava, del suo aspetto, la pelle candida, conservata intatta, grazie ad uno speciale unguento, anche quando si ammalò di vaiolo. I suoi capelli erano biondi ma, con il passare degli anni,  divennero sempre più scuri, fino ad arrivare ad un castano intenso. 

I MATRIMONI

Il re inglese Enrico VIII voleva farla sposare con suo figlio Edoardo, di soli sei anni, ma venne promessa sposa al delfino di Francia, Francesco II, quando aveva appena cinque anni. Maria si unì in matrimonio con Francesco all’età di 15 anni. Un matrimonio breve ma felice e, probabilmente, mai consumato. Il giorno delle nozze aveva indossato un vestito bianco aspramente criticato perché in Francia il bianco era il colore del lutto.

Il suo secondo marito fu suo cugino Lord Darnley. Nel 1566, Lord Darnley, divenuto geloso della crescente influenza del segretario di Maria, David Rizzio, lo fece barbaramente uccidere davanti alla regina. Ancora oggi, nel castello Holyrood Palace, è presente la macchia di sangue di Rizzio. Qualche tempo dopo Lord Darnley morirà in circostanze misteriose e il popolò additò Maria come colpevole.

Il suo terzo matrimonio fu con James Hepburn. Con lui ci sarà la fine del suo regno. Infatti, a causa delle pressioni del marito, abdicò in favore del figlio Giacomo, che aveva appena un anno. Dopo l’abdicazione Maria non vide più suo figlio poiché venne imprigionata, per ben venti anni, dalla cugina Elisabetta I .

LA MORTE

Il primo febbraio del 1587 Elisabetta I firmò per la sua decapitazione. Il giorno della sua morte Maria indossò un velo bianco, come una sposa, e un vestito color porpora, il suo colore preferito che simboleggiava anche il martirio. Decise di infilare una parrucca per nascondere i capelli ormai bianchi. Portò, sotto la gonna, il suo cane,  il suo unico amico. Durante il processo rimase impassibile e continuò a recitare preghiere in latino, da perfetta cristiana, tenendo fra le mani un crocifisso. La sua morte fu atroce poiché non morì al primo colpo ma al terzo.

di Giulia Di Paolo