Le nuove parole in uso dopo la pandemia

Dopo la pandemia da coronavirus, molti sono i termini che si sono aggiunti al vocabolario italiano. Da lockdown (termine inglese che si può tradurre con “blocco” o “isolamento”) a infodemia (circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili), da curva di contagio (fattore indicante il conteggio giornaliero di nuovi casi. Essa può crescere, avere una ripida pendenza, un andamento orizzontale, abbassarsi, o appiattirsi del tutto) a paziente zero (il primo paziente individuato, studiato e sottoposto a terapie all’interno del campione della popolazione di un’indagine epidemiologica).

Abbiamo scoperto cosa vuol dire essere asintomatici (quando non si presentano sintomi specifici), che cos’è la DAD (modalità di didattica che permette a studenti e insegnanti di proseguire il percorso di formazione e apprendimento anche se “fisicamente” distanti, con supporti online e strumenti tecnologici) e perché è così pericoloso il droplet (emissione di secrezioni respiratorie e salivari in forma di goccioline, espulse quando si starnutisce e si tossisce, che rimangono sospese nell’aria).

Si insiste inoltre sul distanziamento sociale (l’insieme di azioni di natura non farmacologica per il controllo delle infezioni, con l’obiettivo di rallentare o fermare la diffusione di una malattia contagiosa) e sull’ immunità di gregge (se la grande maggioranza degli individui è vaccinata, o ha superato la malattia con anticorpi propri, limita la circolazione di un agente infettivo andando quindi a proteggere anche coloro che non possono sottoporsi a vaccinazione). 

Due termini  risultano ugualmente interessanti: spillover e cluster. Queste due voci sono già presenti nel nostro dizionario, tuttavia, appartenendo ad un ramo specificatamente scientifico, rimangono estranee ai non addetti ai lavori.

Spillover

Lo spillover (salto di specie, trasmissione di un virus da un soggetto all’altro) è un processo naturale per cui un batterio di animale evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all’interno della specie umana. Nel caso dei virus si tratta sempre di un cambiamento nei loro geni. I virus, mutando possono acquisire nuove capacità, tra cui produrre nuove versioni delle proteine del capside, in modo da penetrare velocemente nelle cellule umane e moltiplicarsi. Accade più frequentemente nei virus RNA, come il coronavirus (il quale si sospetta provenga dai serpenti), che abbia in media un tasso di mutazione più elevato e quindi possa infettare le cellule rapidamente e facilmente.

Il salto di specie avviene in genere in seguito di un contatto prolungato tra l’uomo e l’animale portatore del patogeno originale, tuttavia il batterio iniziale può aver bisogno di vari tentativi prima di effettuare il salto ad un ceppo virale. Quindi più è alta l’esposizione uomo-animale, più è probabile che un patogeno muti casualmente in un ceppo nuovo in grado di infettarlo.

Cluster

In epidemiologia rappresenta un gruppo di due o più casi di una stessa patologia verificatasi in un determinato luogo e periodo temporale. Il termine cluster è usato anche in economia, in ambito scientifico, in chimica, in fisica, in astronomia, in medicina, in informatica e statistica. Interessante è l’uso della parola in musica: sta a significare un insieme di note ravvicinate e dissonanti che coprono un ampio spazio intervallare.

Emanuele Grassi

Benedetta Nicodemo