L’era dei robot: la fine dell’essere umano?

È veramente possibile che queste “menti superiori” possano influenzare o addirittura eliminare il genere umano?

Si pensa che chi utilizzi i primi robot, siano i più ottimisti nel portare avanti questa nuova era, l’inizio dell’evoluzione dell’umanità e di una intelligenza molto più esperta rispetto all’uomo, come suggerisce la filosofa Johanna Seibt, che si occupa del nuovo settore di ricerca della “Roba Filosofia”.

Ma la restante parte di questo enorme gruppo di ottimisti, lascia il posto a coloro che non sono affatto inclini all’evoluzione dell’uomo. Essi pensano, infatti, che i robot, sia industriali ma anche i banali robot domestici, siano stati creati proprio per eliminare il genere umano e lasciare il futuro solo alle menti superiori. È probabile che questa restante parte, in realtà non sia incline ai robot anche solo per paura; la paura è dovuta soprattutto dall’essere rimpiazzati, ma non solo moralmente, pensando magari di non valere più niente per la società, ma anche fisicamente, poiché, ad esempio, ci sarebbe anche molta più disoccupazione a causa di questi robot che prendono il posto della gente comune.

Si viene a creare, quindi, uno squilibrio da non sottovalutare, su chi desidera evolvere l’umanità, sapendo per certo che i robot non riusciranno mai ad eliminare l’uomo, poiché i robot stessi sono figli dell’umanità; d’altra parte c’è chi pensa che proprio il più pericoloso sia l’uomo, poiché cerca proprio di liberarsi di coloro che non sono abbastanza esperti o intelligenti per portare avanti l’umanità, rispetto ai robot, i quali potranno, invece, svolgere tutto il possibile per evolversi.

Agnese Salice, III B