• Home
  • Blog
  • Articoli
  • “La legge è uguale per tutti”, chi l’ha stabilito? Le tappe fondamentali che hanno portato all’uguaglianza di tutti i cittadini

“La legge è uguale per tutti”, chi l’ha stabilito? Le tappe fondamentali che hanno portato all’uguaglianza di tutti i cittadini

La “Magna Carta Libertatum”, emanata nel 1215 dal sovrano inglese Giovanni Senzaterra, fu un’importante concessione ai baroni, in rivolta a causa della pressione fiscale. 

Ma che cos’è, in parole semplici la “Magna Carta Libertatum”? Con questo termine si intende il documento fondamentale delle libertà inglesi (e non solo) nonché la prima tappa della storia parlamentare inglese e la prima tappa della conquista dei diritti fondamentali. 

Il testo giuridico si compone di 63 articoli e afferma principio dell’ habeas corpus cioè la garanzia delle libertà personali. 

Il documento afferma che il re non può:

  1. imprigionare senza un processo davanti a una giuria di pari (cioè di persone caratterizzate da un’ eguale posizione sociale) 

  2. esiliare senza un processo davanti a una giuria di pari 

Il sovrano inoltre non può imporre nuove tasse senza consenso del consiglio generale del regno.

Per la prima volta viene introdotto nel testo giuridico il concetto di proporzionalità della pena di fronte al reato commesso. Il trattamento del colpevole è quindi differente a seconda appunto del reato commesso. 

Viene inoltre esaltata la libera circolazione dei mercanti, che possono cioè entrare e uscire liberamente dal Paese di appartenenza (Non possono però recarsi in Paesi con conflitto con l’Inghilterra).

Vi è inoltre la salvaguardia di tutte le libertà e consuetudini di Londra

Ultimo ma non meno importante, il documento sancisce un’equa amministrazione della giustizia esaltando le basi della libertà, cioè della protezione dei diritti fondamentali della persona.

Conseguenza della “Magna Carta Libertatum” è sicuramente l’affermazione del parlamentarismo inglese e la nascita di assemblee con lo scopo di difendere i diritti del popolo, come quella costituita da 25 baroni prevista dall’articolo 61 con il compito di controllare l’operato del sovrano.

In Francia, nel 1789, l’Assemblea Nazionale Costituente approva la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”.

Sì, per la prima volta nella storia viene utilizzato il termine “cittadino” in quanto il documento, a differenza della “Magna Carta Libertatum”, non è rivolto ai soli nobili ma a ogni “cittadino” che possiede diritti e libertà di natura, cioè dalla nascita, che vanno pertanto difesi perché inalienabili.

In poche e semplici parole la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino afferma che ogni uomo possiede libertà e diritti che gli spettano sulla base di leggi immutabili di natura.

Gli uomini nascono e rimangono liberi ed eguali relativamente ai diritti. Le distinzioni sociali possono basarsi esclusivamente su principi di utilità comune.

Tutti gli uomini nascono con gli stessi diritti e godono tutti degli stessi principi universali (uguaglianza davanti alla legge, libertà personale, di culto, di riunione, di associazione e di inviolabilità di proprietà)

Il documento afferma inoltre il principio del habeas corpus (l’articolo 7 afferma che “nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati dalla Legge, e secondo le forme da essa prescritte”). 

Nel corso dell’800 e ‘900, in particolare dopo i conflitti mondiali, i principi espressi nella dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 furono inseriti in tutte le carte costituzionali emanate da molteplici Paesi dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Quanto affermato nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino venne ripreso nel 1948 nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU)  il 10 dicembre 1948.

L’articolo 1 recita: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. 

Viene inoltre ribadito il concetto del habeas corpus: nessun uomo può essere ridotto in schiavitù, nessun individuo può essere sottoposto a tortura, la personalità di ognuno deve essere riconosciuta e ciascun uomo ha diritto a un eguale tutela da parte della legge.

L’habeas corpus è infine un principio presente anche nella Costituzione Italiana negli articoli 13, nel quale al comma 1 è scritto “la libertà personale è inviolabile” e, nell’ultimo comma, “è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”, nell’articolo 24 che garantisce a tutti l’accesso alla giustizia e sancisce che ogni cittadino italiano ha diritto ad essere difeso anche nel caso in cui l’individuo fosse meno abbiente, e nell’articolo 25 che sostiene che ogni individuo ha il diritto di essere giudicato da un giudice imparziale secondo una legge entrata in vigore prima del reato commesso. 


Nicole Valgoi 3AL