Il mio anno all’estero

Quando mi sveglio ogni mattina, mi tiro giù la coperta e poso i piedi sul pavimento pronta a iniziare una nuova giornata. Penso a quello che avrei potuto fare, in quell’esatto momento, se fossi rimasta in Italia. E invece, mi ritrovo in questo bizzarro e per certi versi meraviglioso Paese, il cui simbolo nazionale è un semplice trifoglio, a trascorrere un anno della mia vita lontana da casa, dalla mia famiglia, dai miei amici e dalla mia scuola.

Sono Benedetta Mendola, frequenterei la 4BL dell’Istituto “Arangio Ruiz” se fossi rimasta in Italia, ma in questo momento sto svolgendo l’anno scolastico all’estero, in Irlanda. Sono partita il 26 Agosto per questa avventura e adesso sono quattro mesi che mi trovo esattamente a Cork, nel sud-ovest dell’isola e frequento la “Bishopstown Community School”, che è diventata per me, ormai, quasi una seconda casa (le lezioni, difatti, durano fino al pomeriggio inoltrato). Qui ho conosciuto molti studenti sia irlandesi che non, e mi sono ritrovata da subito ad avere molti amici con cui condivido la maggior parte della giornata e con cui, tra una materia e l’altra, scambiamo qualche chiacchiera.

Ma partiamo dal principio. Appena arrivata a Cork, ho conosciuto la mia prima host-mum, una simpatica e affabile signora irlandese di mezz’età con cui ho condiviso il mio primo mese di residenza, assieme ad una exchange-sister, Erica, che è un’altra ragazza italiana. Tuttavia, per motivi logistici e di opportunità (il tragitto scuola – casa era troppo lungo), io ed Erica siamo state costrette a cambiare famiglia ospitante per avvicinarci a scuola. Mi trovo, in questo momento, a casa della mia attuale host mum Bernadette e condivido la casa oltre che con Erica, anche con altre due exchange students: Faye e Noa, rispettivamente una ragazza tedesca e una spagnola. Loro sono molto simpatiche e ogni giorno, anche dentro casa, troviamo modi alternativi e divertenti per passare del tempo insieme.

Mi ritengo molto fortunata ad essere partita in questo momento molto “particolare”; purtroppo però, con le restrizioni impartite anche dal governo irlandese per la pandemia Covid-19, non è possibile spostarsi facilmente e talvolta molti luoghi da visitare sono interdetti. Questo, a volte, mi rende triste e spero davvero, di poter vivere l’esperienza al meglio che potrò. Se non altro, potrò dire di aver vissuto un anno “molto singolare” durante una pandemia!

Certamente, vivere un anno in un Paese straniero non è sempre sinonimo di spensieratezza e divertimento, ma, posso assicurare che ci sono stati e ci sono sempre momenti difficili. Soprattutto quando ti approcci ad una cultura diversa: ho scoperto difatti quanto sia complicato abituarsi al tuo nuovo stile di vita e ad un diverso sistema scolastico con la nostalgia di casa e delle tue vecchie abitudini che fa sempre capolino. Nelle prime settimane, principalmente, ho avuto una grande difficoltà con la lingua inglese, soprattutto perché l’accento irlandese è davvero difficile da capire e si fa una grossa fatica a comprendere. Col tempo però, l’orecchio si abitua e chissà, magari, al mio ritorno, parlerò come una vera irlandese. Gli Irlandesi però sono un popolo molto apprensivo e gentile: capiscono quando sei in difficoltà e ti aiutano, a cominciare dai miei professori, che sono molto aperti e disponibili verso gli exchange students. Ma in generale ritrovo nelle persone del posto una straordinaria educazione: ti salutano quando le incroci per strada e a volte si fermano per fare qualche chiacchiera.

Pur essendo trascorsi “solo” pochi mesi da quando questa avventura è cominciata, posso affermare che adesso mi sento già una persona diversa da come sono partita da Augusta. Ogni giorno conosco nuove persone, e ormai ho amici provenienti da tutte le parti del mondo, con cui non mi sarei mai sognata di condividere un pomeriggio ad ascoltare la musica, a giocare a pallavolo o a preparare qualche piatto in cucina.

Condivido chi afferma che trascorrere un periodo in un Paese straniero ti apre la mente, ti fa scoprire nuovi orizzonti e ti fa acquisire un gran bagaglio culturale. C’è chi dice che l’anno all’estero sia vivere intensamente un anno della tua vita, anche se a me sembra essere, per quanto tutto sia così grande ai tuoi occhi, una vita racchiusa in un anno.

Chissà quante altre cose mi riserverà quest’anno particolare in tutti i sensi.

Benedetta Mendola 4BL