Pasta e covid

La produzione di pasta è sempre stata un elemento importante dell’industria alimentare italiana. Sebbene gli italiani siano i maggiori consumatori di pasta del mondo (23 kg pro capite all’anno), il 60% della produzione italiana è destinata all’esportazione, principalmente in Europa e negli Stati Uniti. Secondo l’ISTAT nei primi sei mesi del 2020 l’esportazione di pasta italiana è aumentata del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È opinione comune che questo incremento sia il risultato della pandemia, con la tendenza a stoccare e consumare alimenti facilmente conservabili. La Barilla, il maggior produttore di pasta del mondo con vendite pari a 3,6 miliardi di euro nel 2019, ha faticato ad adeguarsi all’aumentata richiesta durante il COVID. Nel corso del lock-down primaverile lo stabilimento principale di Parma ha lavorato a pieno ritmo producendo fino 1.000 tonnellate di pasta al giorno.

La consegna di aumentate quantità di prodotto è diventato un problema logistico. Per esempio, le forniture in Germania, dove la Barilla fornisce il 22% della pasta e il 39% delle salse consumate nel paese, necessitano di due treni dedicati alla settimana. Ogni treno è costituito da sedici vagoni che trasportano complessivamente 490 tonnellate di pasta, 60 tonnellate di salsa e 50 tonnellate di pesto. A partire da giugno i treni sono diventati tre alla settimana; presto potrebbero diventare quattro.

La questione è adesso se il boom del consumo di pasta continuerà quando la pandemia sarà terminata. Non considerando gli effetti recenti del COVID, il consumo in Italia sta infatti progressivamente diminuendo. Di tutt’altro tipo lo scenario globale. Secondo la International Pasta Organization, negli ultimi vent’anni il consumo mondiale complessivo è aumentato da 7 a 16 milioni di tonnellate all’anno. Le indagini di mercato indicano ampi spazi di crescita, soprattutto in Africa e in Asia. La pasta è economica, gustosa e versatile, tutte caratteristiche che la rendono particolarmente interessante non solo per le famiglie in difficoltà a causa degli effetti della pandemia.

Ottavia Cavazza – III H