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Proclamazione vincitori 1^ Edizione del concorso artistico – letterario “Il tuo Natale: raccontalo a noi”

L’istituto Omnicomprensivo “A. Giordano” di Venafro, in collaborazione con l’Agenzia Diregiovani.it e “La Scuola fa Notizia”, ha indetto la 1^Edizione del concorso artistico – letterario “Il tuo Natale: raccontalo a noi”, rivolto a tutti gli studenti delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado regolarmente iscritti alla scuola.

Numerosa è stata la partecipazione e la Giuria, presieduta dal Dirigente Scolastico, Carmela Concilio, e composta dagli insegnanti  Giovanna Assente, Bianca Buondonno, Antonia Ciaccia, Silvana Cimorelli, Romana Lucarelli, Marco Fusco, Enza Diaco, Carmela Mango, basandosi sulla propria sensibilità artistica e personale, in considerazione della qualità degli scritti e dei bozzetti, dei contenuti artistici espressi, della forma espositiva e delle emozioni suscitate, dopo attenta analisi delle opere pervenute, ha proclamato i seguenti vincitori.

 

 

Sezione A: Poesia

 

  • 1° classificato: Nina Corsetti e Maristella Siravo V AB Liceo scientifico – “La Speranza di un Natale migliore”

 

Neve distesa, stagione invernale,

stagione dei mille lumi, 

dell’avvento del bussar dell’Eccelso,

della gioia comune interiore.

Viverlo è concedersi al proprio io,

l’io bambino leggero, irrequieto

al solo candido arrivar del ricordo.

Ricordo crescente, nell’ora in cui l’orizzonte s’arancia

sotto la volta del ciel, 

germogliar vien meno dinanzi al nemico, 

aspro, crudele, spregiudicato,

che spazia tra un cruccio e l’altro. 

Per ogni azione scende l’intimo dolor, 

il silenzio vive su ogni cosa che s’intende.

Guerra non reggo, pace non trovo,

succube viver sembra marciar

ma un sogno anima i cuori,

sogno di un bimbo dall’animo puro,

impaziente di un Natal miglior.

 

 

  • 2° classificato: Pasquale Iuliano IV B Liceo scientifico – “Il mio Natale”

 

Cammino giorno e notte senza sosta

Guidato dalla semplice proposta

Di chiedere agli amici ed ai parenti

Di spiegare anche con commenti

Dove conduce la strada che percorro

Mentre tra me e me discorro.

Ormai è dicembre e non ho risposte

Che nella notte fredda stan nascoste:

mi fermo un poco e guardo attentamente

in fondo al cuore mio solamente

e vedo una capanna illuminata

dove una mamma guarda affascinata

il suo bambino tenero e divino.

Mi avvicino anch’io a quel visino ,

e nell’orecchio a me  quel bimbo dice:

“sono qua io, prendimi in braccio e sii felice”.

 

 

  • 3° classificato: Paola Pacitti I A Liceo classico –“Natale a casa Covid”

 

Tra queste quattro mura niente è cambiato questo Natale,

Stessi visi, un po’ cresciuti, con la paura di questo nuovo male,

Le luci ed il presepe, guarda, spiccano in mezzo a questa monotonia,

Pensavo fosse settembre ma qualche mese mi è scappato via.

Ridiamo, ridiamo insieme, non so se è vuota o piena di gioia questa risata,

Tutto cambia sotto una luce diversa, perfino una semplice passeggiata,

E finalmente ogni angolo è festa, forse l’unico che non lo è veramente è il mio cuore,

Un pezzo di me, un pezzo di mondo si è come ingrigito di dolore.

Quando usciamo di qui, gli occhi sono gli unici che parlano per davvero,

Esseri dal profumo asettico, come in un brutto sogno purtroppo vero,

Ognuno seduto nel suo angolo di mondo, cercando di spandere allegria natalizia,

Ma è solo un’eco che prosciuga l’energia di vivere che inizia.

Non lasciamolo scivolare su di noi come il tempo, quello quotidiano,

Vorrei proprio ma il tempo non me lo fa fare, lo dico col cuore in mano,

Anche se si è annunciato senza la solita trepidazione infantile,

Io aspetterò sull’orlo del baratro del cielo notturno, senza niente da dire.

Spero che non mi ferisca ma mi lasci un buon segno in fondo all’anima,

Come queste stelle multicolori, tutto sembra un sogno ma quando si spengono che rimane già?

Un mondo che fa il girotondo e casca a pezzi, o così sembra,

La dura verità diventa ancora più dura per le mie irreali membra.

Rose e fiori, ci sarà appena un accenno, l’aria è cambiata fuori da un pezzo,

Quindi mi rinchiudo tra il sorriso e la disperazione e mi ritrovo intrappolata in mezzo,

Tra alti e bassi, riportatemi a come ero prima di questo girovagare,

In fondo qualcosa è cambiato tra queste quattro mura questo Natale.

 

 

Sezione B: Tema

 

  • 1° classificato: Francesca Cotugno II AB Liceo scientifico – “Ritorno al vero Natale”

È tarda sera. Sono davanti all’albero di Natale. Lo osservo con un po’ di malinconia. Mi sembra spoglio, nonostante le numerose palline e luci colorate lo addobbino alla perfezione. Poi volgo lo sguardo verso il piccolo presepe allestito dal mio papà su un vecchio tavolino. Nella mangiatoia, Maria e Giuseppe attendono la nascita del Salvatore.

Chiudo gli occhi e respiro profondamente. Una sensazione di pace invade il mio animo.

Questo particolare 2020 ci costringe a vivere le festività natalizie in modo diverso, lontano dal solito frastuono e lontani dalle persone care. Niente pranzi in famiglia, niente tombolate, niente visite ad amici e parenti, niente suoni e risate. Ma nello stesso tempo ci dà l’occasione di poter ritrovare il vero spirito del Natale che, oramai, per la maggior parte è andato perduto. Sì perché celebrare il Natale, quello cristiano, religioso nella sua misticità ha un sapore e un profumo diverso.

La ricorrenza della nascita del Cristo, venuto al mondo in una misera mangiatoia, è segno di rinascita, amore e speranza. Mai come in questo momento il mondo intero ne è bisognoso. Per molte persone sarà un Natale triste a causa di lutti vissuti in famiglia mentre tante altre lo trascorreranno nei letti degli ospedali. Ed è lì che possiamo cogliere la vera essenza del Natale, in quei camici bianchi che ogni giorno si mettono a servizio di chi ha bisogno rischiando la loro stessa vita.

Riapro gli occhi e guardo i miei genitori che, con il loro immenso amore, sono il mio Natale insieme a tutta la mia famiglia, ai miei amici e tutte le persone che amo e che mi amano.

E così lo spirito natalizio invade il mio cuore: faccio una videochiamata ai miei nonni, mi sorridono e sono felici di vedermi anche al di là dello schermo, abbraccio la mamma, stringo forte la mano del papà, penso ai miei amici e mi rendo conto che non mi servono luci e suoni per festeggiare la nascita del Bambino di Betlemme.

Ed è così che sarà il mio Natale 2020.

  • 2° classificato: Chiara Verrecchia III A Liceo scientifico – “Il Natale s-mascherato”

La notte più attesa dell’anno è ormai arrivata, fervono i preparativi, gli  ultimi acquisti ancora da terminare e infine la nonna che ci invita a  imbandire la tavola. La casa è colma di profumi che riescono a suonare le corde più profonde della nostra essenza e che riescono a richiamare  situazioni della nostra vita ormai dimenticate, di schiamazzi di persone  familiari e di regali, i bimbi che aspettano con ansia l’arrivo di Babbo  Natale, le luci che riempiono di gioia le strade della città e delle case.  Tutto sembra essere ormai perfetto e compiuto! Una volta terminata la cena e aver scartato i regali, tutti i cuori sono ormai in sintonia, uniti da  una armoniosa melodia orchestrata dalla gioia della “condivisione”. Questo era il Natale dello scorso anno! Oggi le città saranno ancora illuminate e regnerà un assordante silenzio compensato dal calore e  dalla luce delle finestre illuminate di ogni singola abitazione, all’interno  della quale un nonno e una nonna di fronte a una cena frugale ma  essenziale aspetteranno con ansia di collegarsi con i nipoti e con i figli  attraverso un freddo computer al quale affideranno, paradossalmente, il  loro amore e la gioiosa tristezza, il cui fine principale è salvaguardarli  più a lungo come testimoni di un’unione salda e duratura. Le immagini  calde dei loro visi, la luce brillante delle voci care accarezzerà e  abbraccerà le loro anime finalmente consapevoli del grande valore del  Natale e finora offuscate dalla frenesia del consumismo e da sentimenti  vissuti con troppa superficialità come se tutto fosse scontato e dovuto.  La vita ha offerto a tutti nuovi occhi, grandi e profondi, per leggere una  storia il cui finale sembrava ormai scontato, per consolare le lacrime  afflitte di coloro che hanno perso i loro cari, per regalare ancora giochi,  sorrisi a lungo nascosti, per donare nuove opportunità, perdonare offese  fatte e ricevute e tornare a riveder le stelle”.

  • 3° classificato ex aequo

 

  • Virginia Mascio II A Liceo scientifico – “L’essenza del Natale”

Da sempre il Natale è sinonimo di festa grande, di famiglia, di regali, di allegria e, per tutti, è il momento più atteso dell’anno. Natale 2020 sarà diverso da tutti gli altri a causa della pandemia che da molti mesi ormai ha stravolto la nostra vita. Anche se da tempo il governo, con continui DPCM, ci ha fatto intuire che sarebbe stata una festa diversa, le restrizioni e le limitazioni di questi ultimi giorni ci hanno resi ancora più tristi e malinconici. Se il Natale è famiglia, ora non sarà così; se il Natale è condivisione, ora non sarà così; se il Natale è scambiarsi doni e abbracci, ora non sarà così! Lo scenario che si prospetta non è dei migliori, ma dobbiamo capire che la situazione difficile richiede un enorme sforzo da parte di tutti. Sarà un Natale essenziale ma forse più significativo, più vero, più autentico di altri, poiché, senza il contorno superfluo e l’aspetto materialistico, verrà fuori il vero senso di questa festa. Natale per me è uno stato d’animo, una gioia che d’improvviso ti prende dentro e che sale dal profondo ad illuminarti gli occhi e non ha bisogno di altro se non del tuo cuore che si apre all’amore. Natale è sapere nel profondo di noi stessi che le persone che amiamo sono con noi anche se lontane, e che l’amore per loro non si cancellerà certo con la distanza. Bisogna ricordare che, se alcuni potranno trascorrere la loro festa in famiglia, per altri non sarà così o perché hanno perso i loro cari o perché sono in ospedale come pazienti o come operatori sanitari. Tenendo presente tutto ciò, non sarà il Natale degli abbracci e delle grandi tavolate, ma del rispetto della vita, quella degli altri oltre che della nostra. Questo sarà il Natale della speranza, di un nuovo domani che aleggia nell’aria in questo periodo così buio. Un giorno, tutto questo finirà e torneremo più forti di prima a vivere, apprezzando le piccole gioie di ogni giorno  e… “Se Natale è tutti i giorni, andrà tutto bene!”

  • Fabiola Fiore II A Liceo scientifico – “Il fiore del Natale”

Il Natale che vorrei non è quello di quest’anno. Il Natale dei miei sogni non è quello del 2020. Il Natale di oggi è solo quello che posso immaginare. La festa del Natale si desidera a qualsiasi età, anche se si è troppo grandi per credere ancora in babbo Natale, la magia di quel giorno è calore, sorrisi e allegria. Se solo mi avessero detto l’anno scorso che il 2020 sarebbe stato un natale solitario, quasi non ci avrei creduto, eppure oggi, 22 dicembre, del Natale ci sono solo l’albero e gli addobbi, ma ciò che si respira è un’aria inquinata, infelice e quasi senza speranze, tanto che la mascherina andrebbe messa sul cuore per riparare le ferite della solitudine che questo mostruoso virus da quasi un anno ha provocato. Il Natale è fatto di abbracci, di baci e di intere giornate condivise con le persone che ami, ma come si può tutto questo se si è costretti a stare a casa e non poter vedere amici o parenti? Come si può rinunciare a tutto questo? Mi piacerebbe chiudere gli occhi e far finta che tutto questo sia solo un brutto sogno, un incubo, ma più mi sforzo e più nella mia mente ci sono i ricordi legati a questa pandemia, che neanche per Natale è riuscita ad andare in vacanza, o a sparire per sempre. Già immagino il giorno di Natale, riunita a tavola con la mia famiglia, mentre avviamo videochiamate per pranzare virtualmente con il resto dei parenti, o magari accogliere i miei amici fuori dalla porta per scambiarci i regali. Tutto questo non è giusto, a qualsiasi età. L’Italia è rossa, piena di ferite, di lacrime e morti, che vorrebbe rivivere il verso “Che bello stare insieme”, della canzone “A Natale puoi”. A Natale quest’anno si può solo sperare di non perdere le persone a te più care, si può solo sperare di stare bene e si può solo sperare in un vaccino che risolva tutto questo, fiore e simbolo della vita.

Sezione C: Disegno

  • 1° classificato Aurora di Benedetto I A Primaria del plesso di Monteroduni – “Una strana messa”

 

  • 2° classificato: Antonio Iannarelli III B Liceo scientifico – “Natale alternativo”

 

 

  • 3° classificato: Ilaria Massaro III A di I grado del plesso di Monteroduni – “La nascita di Gesù”

 

 

MENZIONE SPECIALE

  • Domenico Iannuccilli IV A Liceo Scientifico – “Parlo del Natale”

Parlo del natale

Si quest’anno è speciale

parlo con vena satirica

Sdrammatizzo,non scherzo mica

Tra igienizzante e amuchina

foto profilo metto la mascherina

non si saluta più in giro

occhiali appannati sembra (MI)

al mattino

tutti spaventati

dal covid e i danni recati

ora agli stati, ora i privati

suono fresco

per ricordare che non esco

preferisco fare questo

tu fai ape in centro

fra resta dentro

capodanno lo passi da solo

io lo festeggio al polo

parlo di caramelle

non avrai neanche quelle

il trentuno mangio caviale

mi faccio un viaggio mentale

vero non posso

sia per il covid che per il conto in

rosso

siamo a dicembre

faccio quello che mi pare

tipo non fare niente

si mille pare,persone agitate

 

non lo sopporto scusate

dici che segui le regole

ok yes indeed, come drake

delle tue cose giuste,non ho

trovato un frame

e siamo tutti insieme

si col cuore,anche senza poterci vedere

fai un salto nella mia testa

non ci sono i soldi, voglio solo

una tregua

si da tutto questo

scrivo e dimentico

metto il piede fuori

ci son di nuovo dentro

fra porto le buste,con il vaccino

scusa è un sogno per uscire da

quest’incubo