La musica, arte e società

Tutti conosciamo la musica e quanto ci coinvolge emotivamente, arrivando al punto di essere per alcuni un vero e proprio stile di vita. Ognuno di noi, almeno una volta nella propria vita, guidato dal flusso dei propri pensieri, ha deciso di rifugiarsi nella musica. La musica è una casa per chiunque ne abbia bisogno, non facendo distinzioni di razza o di genere, la musica è pura e semplice libertà. La musica è un mezzo di espressione dei pensieri, coloro che hanno imparato ad usarla sono diventati dei veri e propri poeti contemporanei. Alcuni esempi sono Johnny Cash, i Pink Floyd o il nostro Fabrizio De Andrè, che attraverso la loro musica sono stati in grado di raccontare avvenimenti importanti della storia, rivoluzioni sociali, modi di essere o esperienze della loro vita, come per esempio Wish You Were Here dei Pink Floyd, dove viene trasmessa la profonda tristezza per la perdita di un amico. La musica esiste da sempre, la natura stessa è una musica armoniosa, e come tale ha subito un’evoluzione portandola all’hip hop moderno tanto amato dai giovani. Nel corso della storia le persone si sono fatte influenzare dalle varie correnti musicali, plasmando la loro vita in funzione della musica, prendiamo come esempio gli emo, che si sentono più distaccati della società, i metallari borchiati anni ‘80 o i “rappettari” amanti della vita di strada e del beatbox. Quest’arte riesce a far esprimere anche delle rivoluzione sociali e civili, come il genere punk nato nel Regno Unito come moto di rivalsa anarchico contro lo stato inglese. L’esempio più iconico sono i capostipiti del genere punk, i Sex Pistols, con God Save the Queen dove loro stessi hanno detto: “Non si scrive una canzone come God Save the Queen perché si odiano gli inglesi. Si scrive una canzone come questa perché si amano e si è stanchi di vederli maltrattati”. La musica è stato un moto di rivalsa che ha portato all’uomo moderno rendendosi cultura nel passato, presente e futuro.

 

Simone Giuseppe Nicotra, III B