Un pericolo imminente: lo scioglimento dei ghiacciai

Anche se questo problema è diffuso e conosciuto in questo periodo, comunque molte persone continuano a dubitare della sua importanza non contribuendo a fare qualcosa per risolverlo, visto che riguarda tutti quanti. Lo scioglimento dei ghiacciai è sempre stato un problema causato principalmente dall’inquinamento, ma sta aumentando a una velocità pari a sei volte rispetto agli anni novanta soprattutto in Groenlandia e Antartide. Questo evento porterebbe a varie conseguenze che graverebbero l’uomo, tra cui l’innalzamento del livello del mare, portando all’inondazione di alcune città costiere entro pochi decenni, comprese le coste italiane. Potrebbe anche avere effetti drammatici all’intero ecosistema compresi animali e uomo, questo si può già notare dall’estinzione di alcune specie animali e all’alterazione di vari habitat, a causa di una modifica della catena alimentare, diretta conseguenza della perdita della biodiversità, quindi molte specie rimarranno prive di cibo. Gli animali più a rischio sono gli orsi polari, molto magri per la carenza di nutrimento, e le tartarughe marine costrette a spostarsi a causa della modifica dell’habitat non più favorevole per le loro esigenze.

Ma qual è la principale causa dello scioglimento dei ghiacci?

La causa principale di questo evento sarebbe il riscaldamento degli oceani che sciolgono i ghiacciai, e andando avanti nel tempo lo scioglimento accelera alzando così il livello del mare, come detto in precedenza. Ma per fortuna ci sono dei modi per almeno rallentare lo scioglimento dei ghiacci, servirebbe la collaborazione di tutti nelle azioni quotidiane, ma soprattutto quella dei governi che dovrebbero interessarsi nell’implementare delle misure per evitare l’innalzamento delle temperature riducendo le emissioni nocive. Nel nostro piccolo potremmo iniziare a usare quotidianamente delle fonti rinnovabili, scegliere servizi e prodotti a chilometro zero, puntare su un’alimentazione che si basa su pietanze locali e di stagione limitando i costi di produzione degli allevamenti intensivi e soprattutto ridurre i consumi energetici evitando sprechi.

Mariaelena Conte 3E