La regina Vittoria: decisa e temeraria

Vittoria fu la regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda e Imperatrice d’India. Il suo regno, durato 63 anni, è il secondo più lungo di tutta la storia britannica e si conosce come epoca vittoriana. Ereditò il regno alla morte del re Giorgio III, suo nonno, e del duca di Kent, suo padre. Venne cresciuta da sua madre e fu incoronata il 28 giugno 1838. Sposò suo cugino, il principe Alberto di Sassonia, nel 1840.

IL VERO NOME

Il vero nome della regina era Alessandrina Vittoria. Suo padre avrebbe voluto chiamarla Elisabetta, ma il re invitò lo zar Alessandro primo di Russia per fare da padrino alla bambina, così fu obbligato a darle il nome Alessandrina. Una delle prime cose che fece dopo essere stata incoronata fu cancellare il suo primo nome, visto che non le piaceva.

Vittoria fu la prima regina a risiedere a Buckingham Palace. Inoltre fu la prima portatrice conosciuta di emofilia e di porfiria nella famiglia reale. Portatrice sana, passò la malattia ad almeno tre dei suoi figli, di cui un maschio malato e due portatrici certe che la trasmisero alla loro reale discendenza di principi e principesse sparsi per l’Europa.

MODELLO DA SEGUIRE

Grazie a lei nacque l’usanza di bere il tè alle cinque. Quella per il tè era davvero una sorta di ossessione per Vittoria. La sua istitutrice le proibì di berlo spesso, tanto che, appena salita al trono, Vittoria chiese che le fosse finalmente portata una tazza di tè.

LE PASSIONI

Vittoria era un’amante dei profumi e cercò un esperto che creasse appositamente per lei un’essenza che ne esprimesse al meglio il lato romantico. Il profumo venne prodotto in occasione delle sue nozze dall’azienda Floris. Il profumo fu chiamato “Queen’s Bouquet”.

Fu lei a disegnare il primo sottomarino. Il prototipo fu sviluppato dalla Marina inglese proprio per sua richiesta a partire dal disegno. La regina infatti si interessava di meccanica e si informava sui nuovi progressi tecnologici.

Vittoria collezionò nel corso della sua vita ben 132 bambole di stoffa e porcellana, con relative casette, mobili e servizi da tè decorati.

IL MATRIMONIO E LA GRAVIDANZA

Fu la regina a fare la proposta di matrimonio al principe Alberto. Alberto arrivò a palazzo il 10 ottobre 1839 e si presentò la prima volta a lei portandole in dono un piccolo pappagallo. Dopo cinque giorni di danze, giochi e galoppate la sovrana convocò il principe tedesco per fargli la proposta, visto che lui apparteneva ad una classe sociale inferiore. Il loro non fu un matrimonio di convenienza, infatti si amavano profondamente. Alla morte di Alberto la sovrana indossò solo abiti neri per quarant’anni, fino al giorno della sua morte.

Vittoria non amava la gravidanza, la considerava una faccenda molto spiacevole. Si rifiutò sempre di allattare, sostenendo di non essere una mucca. La regina inoltre fu una delle prime donne a sperimentare l’anestesia con l’etere, durante il parto del figlio Leopoldo, indignando così il clero.

LE ULTIME VOLONTÁ

La regina scrisse ben dodici pagine su come avrebbero dovuto celebrare il suo funerale e cosa avrebbero dovuto mettere nella bara con lei. Voleva un funerale militare, tutta la famiglia doveva indossare la divisa. Voleva essere sepolta vestita completamente di bianco, con il suo velo da sposa, tanti gioielli e fra le mani un bouquet di erica. Tutti gli oggetti dovevano essere ricoperti dai fiori.

Sul fondo della bara voleva uno strato di carbone per evitare odori e perdite dovute alla putrefazione. Sopra a questo volle posizionata la vestaglia di Alberto e su questa venne appoggiato il corpo della regina. Nella bara volle anche un mantello di Alberto, ricamato dalla figlia Alice, ed il calco funebre in gesso della mano del marito. Poco prima del decesso diede istruzioni che il suo amato Volpino di Pomerania, Turi, fosse messo sul suo letto all’approssimarsi della morte perché fosse con lei al momento del trapasso.

di Giulia Di Paolo