Comunità LGBT+: significato, storia, pride e diritti

Con il termine comunità “LGBT+” si intende un gruppo di persone in cui vengono inclusi tutti coloro che hanno un’identità sessuale o di genere non conforme ai modelli culturalmente condivisi. Nata alla fine degli anni sessanta, questa comunità ha dato la possibilità a molte persone di sentirsi incluse.
La sigla “LGBT+” indica collettivamente la comunità lesbica, gay, bisessuale, transgender, inglobando ulteriori sfaccettature della sessualità grazie al “+”. L’acronimo completo è LGBTQIAP: lesbica, gay, bisessuale, transgender, queer, questioning, intersessuale, asessuale, pansessuale. Questa terminologia nasce in seguito alla rivoluzione sessuale del 1968. Da allora, si porta avanti una lotta per ottenere pari diritti rispetto agli eterosessuali.
Da sempre, le persone appartenenti alla comunità LGBT+ sono discriminate a causa della loro appartenenza a gruppi di minoranze di genere. Per loro, però, l’identità sessuale e di genere non è causa di vergogna, bensì di orgoglio. Per questo ogni anno si riuniscono in una manifestazione che coinvolge ogni città del mondo: il Pride, che rappresenta la lotta per la parità di genere sessuale.

Il percorso ha origine dai moti di Stonewall nel 1969. La storia inizia il 27 giugno 1969: la polizia americana fece irruzione nel locale gay “Stonewall Inn” e arrestò diverse persone presenti. I clienti del locale radunarono una folla numerosa per ribellarsi contro la polizia. Lo scontro andò avanti fino al 3 luglio. Dall’anno seguente, ogni anno, vengono organizzati Pride in favore dei diritti della comunità LGBT+. Lo scopo della manifestazione, oltre la rivendicazione dei propri diritti, è aumentare la consapevolezza della loro realtà e sensibilizzare riguardo il fenomeno dell’omofobia. Il motto è “Love is Love”: ogni persona è libera di amare senza porsi limiti, perché l’amore, se vero, è bello in tutte le sue forme.
Inizialmente la lotta si basava sulla rivendicazione dei diritti fondamentali, adesso invece si concentra sull’affermazione di specifici diritti. Ne è un esempio la richiesta di una legge contro l’omotransfobia: serve a far si che tutti siano tutelati da una legge contro le discriminazioni e violenze mosse da pregiudizio. Si ha ,ancora, la richiesta di riconoscimento civile delle coppie omosessuali e, per le stesse, il riconoscimento dell’omogenitorialità: riconoscere entrambi come genitori e avere la possibilità di adottare o avere figli tramite utero in affitto o fecondazione assistita.
Secondo una classificazione di “Rainbow Europe” Malta è il paese migliore in cui poter vivere in quanto membro della comunità LGBT+ (con indice del 90,35%). Mentre l’Italia di trova alla trentacinquesima posizione su quarantanove paesi (con indice del 21,53%).

Testo e foto di Beatrice Consoli IV F,