DIRITTI UMANI IN COREA DEL NORD

I diritti umani in Corea del Nord sono formalmente garantiti dalla costituzione ma non vengono rispettati dallo Stato e sono quindi inesistenti. Questo grave problema ha avuto inizio nel 1948, quando Kim Il-sung è divenuto leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea. Da quel momento la nazione è diventata una monarchia comunista assoluta dedita quasi esclusivamente al culto della personalità del presidente, che dopo la sua morte, datata 1994, è stato dichiarato presidente eterno. 

La Corea è una delle poche nazioni che non fa parte dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Si ricorre spesso al lavoro forzato soprattutto nell’industria tessile e mineraria. Nel 2018 si è stimato che, su una popolazione di circa 25 milioni di abitanti, ben 2,6 milioni sono schiavizzati: si tratta della più alta concentrazione di schiavi nel mondo. 

Teoricamente la libertà di parola sarebbe garantita dalla costituzione ma in pratica non è così: infatti è proibita qualsiasi critica al governo o al presidente, pena l’arresto. Inoltre non è permesso ricevere informazioni dai media esteri, e quelli interni sono controllati dal governo e si occupano solamente di elogiare l’attuale leader Kim Jong Un e della propaganda contro paesi politicamente nemici. Anche le radio sono sigillate sotto il controllo del governo e non è permesso nemmeno guardare film provenienti dalla Corea del Sud. Nel 2015, la Corea del Nord si è classificata penultima dopo l’Eritrea per quanto riguarda la libertà di stampa. 

Riguardo alla religione e alla libertà di culto, si dichiara uno stato ateo e “sulla carta” permetterebbe la libertà di credo religioso, ma anche qui nella pratica purtroppo non è così: infatti secondo molte ONG, la Corea è il peggiore tra i paesi che perseguitano i Cristiani. Si contano più o meno tra i 50000 e i 70000 Cristiani schiavizzati e maltrattati nei campi di prigionia. L’unico culto realmente autorizzato è quello del leader. 

Anche la libertà di spostamento è molto limitata: i viaggi all’interno del paese non sono del tutto liberi e all’estero sono vietati. Nella capitale Pyongyang possono abitare solamente i cittadini più fedeli al partito e non i disabili (ad eccezione degli ex soldati reduci dalla guerra di Corea). Nel 2006, un ex medico disertore ha dichiarato che i neonati disabili venivano immediatamente uccisi e sepolti.

Gli immigrati sono pochi e trattati male, e i visitatori sono accompagnati per tutta la durata della visita da una guida ufficiale e non gli è permesso visitare determinate zone. 

Un altro grave problema è sicuramente la fame causata da una distribuzione del cibo sbagliata: le regioni remote montane soffrono maggiormente rispetto ai grandi centri. 

Per quanto riguarda la pena di morte, spesso avviene senza processo e per crimini comuni come reati d’opinione o politici. Frequenti sono poi le esecuzioni pubbliche o private, come quella dello zio di Kim Jong Un risalente al 2013. Molte persone sono state arrestate e portate nei famosi campi di prigionia senza assistenza legale, processo e addirittura senza sapere le cause. Questi campi, di cui la Corea nega l’esistenza, sono situati in luoghi sperduti del paese; lì torture, esecuzioni, malattie, incidenti, aborti forzati sono all’ordine del giorno. La detenzione nei campi, detti Kwalisso, è generalmente a vita. Nel 1972 è stata istituita inoltre una legge che permette la punizione per 3 generazioni, quindi molti dei prigionieri hanno la sola colpa di essere nati da genitori o essere nipoti di nonni che hanno commesso qualche reato. Celebre è la storia di Shin Dong-hyuk, che è stato uno delle poche persone riuscite a  fuggire da uno di questi campi e si è recato in Corea del Sud. Ha raccontato la sua terribile testimonianza sugli orrori vissuti all’interno nel libro “fuga dal campo 14”, che ha riscosso molto successo. 

Questa della Corea è una delle troppe situazioni difficile che purtroppo continuano ad esistere e di cui si parla forse troppo poco. L’auspicio è quello che la situazione migliori e che si arrivi ad una libertà forse ancora troppo lontana. 

 

Articolo di Andrea Graziano, classe 2i 

 

 

 

Fonte immagine https://www.lonelyplanetitalia.it/destinazioni/corea-del-nord