E’ SOLD OUT NELLE CARCERI ITALIANE 

Nel 2020 il problema del sovraffollamento delle carceri in Italia è riaffiorato nell’opinione pubblica dato che, a causa del Covid, si sono verificate molte proteste di detenuti preoccupati in diverse città italiane; a Foggia, per esempio, è avvenuta un’evasione di massa. Questo problema non nasce certamente quest’anno: negli ultimi 10 anni il numero di detenuti è oscillato tra i 50000 e i 70000 e la capienza massima è salita troppo lentamente: da 45000 a 50000 posti. Attualmente i carcerati sono circa 61000. Il tasso di detenzione in Italia (100 detenuti ogni 100000 abitanti)  non è alto a differenza di altri stati europei come il Regno Unito, la Spagna e la Polonia, che però dal canto loro hanno a disposizione più posti. Infatti, in Italia, il dato che preoccupa maggiormente è il tasso del sovraffollamento (119,8%), che è il più alto tra i paesi facenti parte dell’Unione Europea, e vi è quindi una situazione abbastanza allarmante. 

Le cause principali sono diverse: il sistema carcerico-centrico, motivo per il quale vengono adottate raramente misure alternative alla detenzione; in Italia solo il 15% delle condanne non portano alla detenzione, in Francia il 70%, e in Spagna e nel Regno Unito addirittura l’85%. Poi c’è il frequente ricorso alla carcerazione preventiva, e l’inefficace legislazione sulle droghe, che è la principale causa di ingresso e permanenza in carcere. Infatti si stima che ben un terzo dei detenuti sia dentro per spaccio o coltivazione di stupefacenti, ed infine in Italia vengono inflitte pene più durature rispetto agli altri stati. 

Per risolvere il problema si è discusso se abolire o meno le condanne per crimini minori, ma forse la soluzione migliore sarebbe cercare di investire per migliorare e ampliare le strutture carcerarie. 

 

Articolo di Andrea Graziano, classe 2i

 

 

 

Fonte immagine https://www.ilcentro.it/pescara/a-san-donato-un-detenuto-incendia-la-cella-1.1973200