Napoleone: una leggenda di due secoli

Duecento anni fa moriva, il 5 maggio, Napoleone Bonaparte. Morì una leggenda, che nonostante i tentativi di eliminarlo dalla memoria comune, o forse grazie a questi, resta e resterà una leggenda europea. Morì all’età di 51 anni, a Sant’Elena, dove era stato rinchiuso in secondo esilio dopo essere riuscito a fuggire dall’isola d’Elba. Era nato ad Ajaccio, in Corsica, un anno dopo la cessione dell’isola alla Francia da parte della Repubblica di Genova. Ma lui e la sua famiglia si consideravano italiani. Il carattere irrequieto e la voglia di libertà accompagneranno Napoleone tutta la vita, insieme alla passione per la letteratura classica, in particolare per le Vite di Plutarco. Fin da ragazzo, alla scuola militare, aveva mostrato un carattere dominante, che il tempo non ha smentito. Nell’anno della Rivoluzione Francese tornò in Corsica e prese parte attiva nella vita politica. Tuttavia si trovò in contrasto con il capo delle sommosse popolari corse. Fu costretto a fuggire a Nizza con tutta la famiglia. A soli 24 anni ottenne il grado di Generale di brigata. Nel 1796 divenne comandante supremo dell’Armata d’Italia. Napoleone non combatteva a vista, come i vecchi generali intorno a lui erano soliti fare, cercava la strategia vincente con l’astuzia, come contro gli austriaci in Piemonte. I nemici potevano contare su numeri quasi doppi sia per pezzi d’artiglieria che per uomini, ma lui decise di attraversare le Alpi in aprile. Quando nessuno se lo aspettava. La tattica, l’astuzia e l’imprevedibilità, erano i mezzi di Napoleone. Vedeva oltre la forza che era sempre stata privilegiata in guerra. Mentre è in Oriente, in Europa le truppe francesi perdevano terreno, come se la sua mancanza fosse incolmabile per i soldati. Lui della situazione nel continente sapeva soltanto ciò che scrivevano i giornali. Decise di tornare. Ma dietro le quinte dell’approvazione del suo potere alcuni potenti cominciarono a contrastarlo. Napoleone, comunque, riconquistò l’Italia, tornò a Parigi e cominciò a mostrare capacità anche amministrative. 

Il 2 dicembre 1804 Napoleone compì una mossa decisiva riguardo alla sua linea di governo: a Notre Dame de Paris si autoincoronò Imperatore. Poco dopo venne eletto anche re d’Italia. Nell’anno successivo l’ammiraglio inglese Orazio Nelson cadde vincitore sul campo nella battaglia di Trafalgar. È la prima sconfitta di Napoleone: l’inizio della fine. Nel 1806, Napoleone iniziò una campagna militare contro la Prussia, alleata con Inghilterra, Russia e Svezia. Si preparò a marciare verso la Russia. Il 19 ottobre 1812 iniziò la famosissima e sanguinosissima ritirata. In Francia le congiure erano già in atto ed era ormai impossibile riunire e riappacificare i traditori di Napoleone. Il 20 aprile 1814 cominciò il primo esilio: fra il rispetto dei soldati e gli insulti del popolo Napoleone andò al porto di Saint-Tropez ad imbarcarsi per l’isola d’Elba. Riuscì a fuggire dopo quasi un anno e cercò di riprendere il potere acclamato dal popolo francese. Si rinnovò lo scontro con gli stati europei, che però riuscirono ad imporgli la ritirata. Il 25 giugno si consegnò agli inglesi, che lo porteranno a Sant’Elena. L’isola che sarà la sua prigione e la sua tomba.

Duecento anni fa una leggenda veniva consegnata alla storia, con la morte del suo protagonista: un capo militare, un imperatore autoincoronato, ma soprattutto un legislatore. Alcuni principi fondamentali di libertà e uguaglianza che oggi alte istituzioni internazionali cercano di proteggere sono eredità della Rivoluzione francese, ma soprattutto di Napoleone, che nei suoi anni al governo li ha resi leggi. All’esilio dell’ormai ex-imperatore le potenze europee si riunirono: furono restaurate le monarchie spodestate da Napoleone e si spartirono i domini ricercando un certo equilibrio. In poche parole, si cercò di tornare alle condizioni che avevano preceduto le conquiste del Bonaparte, senza capire che ormai era impossibile. Negli anni successivi i governanti cercarono di estirpare il suo ricordo dai popoli. Il suo ruolo nel progresso civile però non lo ha mai permesso. Era una figura controversa fra i suoi contemporanei e lo è ancora per gli storici. Eppure sono sue le fondamenta di una società che oggi pretende di essere civile e delle costituzioni europee.  

 

DI Marika Cavrini IID

Fonte: http://www.storiologia.it/francia/francia13e.htm

Fonte immagine: https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fviaggiatoricheignorano.blogspot.com%2F2016%2F07%2Fnapoleone-lestrema-ora-delluomo-della.html&psig=AOvVaw1dGc9Ux1DjSPibx7uZKExb&ust=1612888058281000&source=images&cd=vfe&ved=0CA0QjhxqFwoTCLCTgLDa2u4CFQAAAAAdAAAAABAm