I femminicidi al tempo del Covid

Il primo caso di femminicidi legato al corona virus e alla quarantena, è quello di Lorena Quaranta, ragazza di soli 27 che sognava di diventare una pediatra, ma il suo ragazzo le ha levato ogni speranza di realizzare questo sogno , uccidendola il 31 marzo 2020, in pieno lockdown. L’ateneo siciliano ha deciso di realizzare quel sogno proclamando Lorena dottoressa in Medicina e Chirurgia con votazione 110 e lode. La pergamena di Lorena è stata consegnata nel corso di una cerimonia, alla famiglia della ragazza.

Lorena è solo una delle 11 donne uccise solo a marzo; negli 87 giorni di lockdown sono stati 58 gli omicidi in ambito familiare: ne sono state vittime 44 donne e in 14 casi gli uomini. Nei giorni di non lockdown (279) i femminicidi sono stati 60, la quarantena ha quindi triplicati gli omicidi di donne, che sono state prese  a botte, accoltellate, aggredite e fucilate. Di queste vittime, quindi ,la causa principale è stato l’isolamento causato dal lockdown, la convivenza forzata  con il proprio persecutore ha solo che peggiorato la situazione già presente, l’elemento che rimane fisso è che tutto ciò avviene per mano di uomini violenti.

Le associazioni avevano già lanciato l’allarme sin dal primo lockdown a primavera, il timore era che le quarantena sarebbe andata pari passo con un aumento dei maltrattamenti in famiglia e quindi un aumento delle violenze. l’impossibilità di sottrarsi fisicamente alle violenze uscendo di casa ha reso molte donne ancora più esposte alla violenza domestica. ora i dati confermano queste paure; i femminicidi familiari con vittime conviventi salgono dal 49 a 54. il rapporto di convivenza raggiunge il 67,5% nei primi mesi del 2020. nei primi tre mesi del primo lockdown si attesta addirittura all’80,8%: tra marzo e giugno , tra 26 donne uccise 21 vivevano con il loro assassino”. guardando ai dati generali, resta stabile dal 2019,il numero dei femminicidi familiari ( da 85 a 81), e il numero dei femminicidi di coppia( 56 in entrambi i periodi),mentre aumentano le donne uccise nel contesto di vicinato ( da 0 a 4).

nel contesto familiare i femminicidi raggiungono nel 2020 il valore record dell89% , superando l’85,8% del 2019. diminuisce invece il numero di figlie uccise da uno dei genitori ( da 7 a 6 casi ) e quello delle donne uccise da altri familiari ( da 9 a 5 casi) . Aumenta anche l’età media delle vittime dei femminicidi familiari, da 50 a 53.

La violenza sulle donne è un problema globale. I dati diffusi dall’UNFPA (united nations population fund) hanno ipotizzato un aumento del 20% della violenza dall’inizio della pandemia in tutti i 193 stai membri delle nazioni unite. Bisogna riconoscere , condannare e combattere la violenza maschile. “La violenza sulle donne è la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce ne confini ne geografia, cultura o ricchezza. Fin tanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei progressi verso l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace” Kofi Annan.

Emma Alei