La mia Frida

Frida Kahlo è stata una pittrice messicana del ventesimo secolo, inizia a dipingere a seguito di un incidente avvenuto quando aveva diciotto anni, fu così grave da lasciarla con dolori persistenti per tutta la vita.
«Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni.»
Frida con questa frase ci ha tenuto a specificare che ciò che raccontavano i suoi quadri non erano cose inventate, fantasie o puri sogni ma rappresentavano la sua visione del mondo e la sua realtà. Mi ritrovo molto in questo ragionamento dato che io sono la prima ad applicarlo, è da quando ho ricominciato a disegnare che ho cercato di rappresentare questa idea, non sapendo che Frida mi avesse preceduta, ho iniziato ad informarmi di più su di lei solo quando uno dei miei disegni venne paragonato ai suoi. Ritengo sia interessante poter vedere il mondo sotto una luce così nuova, non dimentichiamoci che quella fu l’epoca delle rivoluzioni: Frida e suo marito, Diego Rivera, erano molto coinvolti in politica, tanto che lei insisteva nel dire che fosse nata il 7 luglio del 1910, inizio della rivoluzione messicana e nascita di un nuovo Messico. Aderiva alla ideologia di Karl Marx, è in netta contrapposizione con l’imperialismo, il capitalismo, il fascismo, la religione ed inoltre la stupidità, desidera un mondo senza classi sociali per migliorare le condizioni dei più oppressi, si definisce una piccola parte del movimento rivoluzionario, “sempre rivoluzionaria, mai morta, mai inutile”.
Frida iniziò col dipingere autoritratti, rappresentavano non solo il dolore del suo corpo e gli aspetti più drammatici della sua vita ma anche la sua cultura ed il suo popolo. In seguito decide di fare un drastico cambiamento e dipingere “realismo rivoluzionario”, saranno dei lavori, come dice lei, utili a divulgare le ideologie del partito comunista messicano, si sente parte di tutto ciò e quindi dipingere la rivoluzione significa dipingere anche lei stessa.
Ho deciso di ricreare “Autoritratto con vestito di velluto” perché vedendo il film “Frida” (2002) ho visto in questo quadro un qualcosa che segna un nuovo inizio, un incrocio di vie e di vite: la famiglia di Frida si era indebitata a seguito del suo incidente a causa delle continue operazioni che doveva subire, sentendosi un peso decide quindi di iniziare a dipingere per provare ad aiutare la famiglia. Decide quindi di andare a chiedere a Diego Rivera un parere onesto e brutale sul suo lavoro e capire se continuare per quella strada o trovarne un’altra, e fu questo preciso autoritratto che fu la rampa di lancio non solo per la sua relazione sentimentale con lui ma anche per la sua carriera.

Invece in questo secondo disegno ho voluto rappresentare ciò che è Frida per me: un’amante della libertà, dei diritti, dell’uguaglianza e della vita. Non era volontario ma mi sono resa conto che quest’illustrazione è simile ad un altro quadro di Frida “l’abbraccio amorevole dell’universo, la terra, Diego, io e il signor Xolotl”. “Dipingo i fiori per non farli morire”, questo desiderio di vita è caratterizzato non solo dalla copiosa presenza di fiori ma anche dalla mia scelta di colori brillanti e prepotenti.

Mariangela Abramo 2Q classico Cambridge 2.0 – liceo Vico Napoli