Pandemia: la rivolta della natura

 

Per arginare la pandemia da coronavirus il mondo ha rallentato la sua frenetica corsa allo sviluppo. I primi effetti sull’ambiente sono stati osservati dallo spazio.

Mentre le strade si svuotavano e le fabbriche chiudevano, le immagini satellitari hanno mostrato il calo delle concentrazioni di biossido di azoto in Cina, Italia e molti altri paesi.

Così in pochi mesi la  natura ha quasi ritrovato l’armonia che le era stata rubata senza nessun diritto dagli uomini, i quali , nella corsa al consumismo , per troppo tempo si sono appropriati delle risorse ambientali fino ad esaurire quasi completamente il cibo della loro stessa casa , la Terra ,che  ha iniziato a manifestare segnali di protesta .

Infatti , sopratutto negli ultimi anni ,  abbiamo  assistito a fenomeni meteorologici estremi e a  incendi di grandissima portata ,prove non solo dell’ insofferenza del nostro pianeta, ma anche  dell’incontrastabilità  della natura rispetto  all’uomo, che , per la prima volta dalla rivoluzione industriale ,sta perdendo la capacità di prevaricarla a suo favore .

Secondi  molti studi , anche la diffusione del virus Covid-19 è dovuta alla violazione degli ambienti naturali da parte degli uomini ,perché con l’invasione degli habitat degli animali selvatici , c’è il rischio che questi possano diventare veicoli di trasmissione in città  e , soprattutto laddove le condizioni igieniche sono scarse , il contagio sarebbe velocissimo .

 

Il virus ci ha imposto di rallentare il frenetico ritmo quotidiano e siamo stati indotti a cambiare la nostra mentalità , imparando a vivere non solo in base all’interesse  personale , perché il rispetto  delle limitazioni e delle regole imposte dal governo per evitare la diffusione del contagio non è solo volto alla salvaguardia personale , ma anche a quella della  comunità .

Anche per   risolvere il problema ambientale e marginare il riscaldamento globale è infatti fondamentale questo  cambiamento di mentalità, pensando alla  Terra come ad una grande comunità , di cui l’uomo fa parte in un rapporto di simbiosi e non di prevaricazione sulla natura .

Bisogna agire ora: la pandemia è la prova eclatante che la nostra indifferenza sta avendo degli effetti gravi sull’ambiente  e le parole e le promesse dei politici non bastano più ,  anche perché gli accordi non si rispettano ,  come nel caso dell’Italia che è stata condannata  dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per aver violato le norme europee sull’inquinamento atmosferico in maniera sistematica dal 2008 al 2017 .

Inoltre la  salute dei cittadini è strettamente legata all’ambiente , perché, oltre a distruggere gli habitat degli altri animali , l’uomo sta distruggendo anche il suo:infatti ,secondo  gli ultimi dati forniti dall’Agenzia europea per l’ambiente , l’inquinamento atmosferico rimane la principale minaccia per la salute degli europei, con oltre 400mila morti premature dovute all’inquinamento atmosferico ogni anno. L’inquinamento acustico è al secondo posto, contribuendo a 12mila morti premature, seguite dagli impatti dei cambiamenti climatici, in particolare dalle ondate di calore .

Ed inoltre è anche stato rilevato che limpatto della pandemia sulle comunità può essere maggiore  laddove linquinamento atmosferico e la povertà diffusa sono più elevati.

Per questi motivi , nonostante siamo in emergenza , è fondamentale che la difesa dell’ambiente faccia parte del piano per la ripresa , perché , anche se le notizie sul COVID hanno offuscato le notizie sull’ambiente ,la situazione è ormai degenerata: il

2020 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello mondiale, a pari merito con il 2016 ,un anno che ha chiuso un decennio di temperature record secondo il Copernicus Climate Change Service.

Anche se l’inquinamento atmosferico è  diminuito durante la pandemia , comunque i  dati sul riscaldamento globale sono disastrosi e per questo bisogna agire di petto e prendere una posizione a livello europeo. Infatti  la crisi economica già in atto per gli effetti del lockdown sarà accentuata dai problemi ambientali , non  solo perché la  produzione agricola continuerà a diminuire per via della siccità o dei fenomeni atmosferici estremi , ma anche perché dalla prevaricazione dell’uomo sulla natura deriva quella degli uomini su altri uomini , in particolare dei paesi più ricchi sui paesi più poveri ,che già sono in difficoltà a causa della mancanza di mezzi e di strutture adatte per affrontare l’emergenza.

Dopo aver  vissuto un anno  seguendo regole e  limitazioni per proteggere noi e la nostra  comunità , vogliamo veramente continuare a mostrarci indifferenti riguardo alla sofferenza  del nostro pianeta ovvero la comunità più grande di cui facciamo parte ?

Giulia Cuozzo III C