Le api e la loro importanza

Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), delle 100 specie di colture che forniscono il 90% di prodotti alimentari in tutto il mondo, 71 sono impollinate dalle api e la maggior parte delle colture nell’Unione europea dipende dall’impollinazione di queste come di altri insetti. Il servizio di impollinazione che le api assicurano alle sole coltivazioni di interesse alimentare è pari a 153 miliardi di euro all’anno: è quanto risulta da uno studio, commissionato dall’Unione europea all’INFRA, Istituto Nazionale della Ricerca Agronomica Francese e all’UFZ, Centro Tedesco per le Ricerche Ambientali.

Dalla valutazione economica del danno che la produzione agricola mondiale sta subendo in conseguenza della generale moria di api negli ultimi anni, risulta una contrazione del 9,5% del valore globale dei prodotti commestibili di derivazione agricola. Più in particolare, il solo reparto ortofrutticolo registra una perdita produttiva di 50 miliardi di euro all’anno, mentre la perdita produttiva degli oli di semi è pari a 39 miliardi di euro all’anno.
Colpevoli indiscussi della ecatombe di questi fondamentali insetti, sarebbero in particolare gli insetticidi neonicotenoidi, i più dannosi in assoluto; per fortuna sono attualmente banditi in tutta Europa, ma trovano una vasta diffusione di utilizzo negli Stati Uniti. A fronte di tutto ciò, appare evidente come il declino della popolazione apicola rappresenti un problema non indifferente per l’agricoltura: a partire dagli anni Novanta, molti apicoltori hanno segnalato un anomalo impoverimento del numero di api e una diminuzione delle colonie.

Secondo le associazioni degli apicoltori ad oggi sono circa 50 mila gli apicoltori in Italia, mentre i produttori apistici sono circa 7.500; gli alveari 1.100.000 e contano circa 55 miliardi di api. Se quest’ultime dovessero morire, crollerebbe definitivamente il mercato.

Matthias di Schiena 5°E